LA STRANA STORIA DEL RAPIMENTO DELLA MODELLA A MILANO


Effettivamente i contorni della vicenda della modella inglese rapita a Milano non sono chiari, alcune cose non tornano, altre sembrano inverosimili


«Ho subito un’esperienza terribile. Ho temuto per la mia vita minuto per minuto. Sono infinitamente grata alla polizia italiana e a quella britannica per avermi salvato» Sono queste le parole che la modella Chloe Ayling ha detto durante una intervista rilasciata alla Rai. Ma in questa storia, come in quella raccontata dal suo rapitore, il cittadino polacco Lukasz Pawel Herba, ci sono ancora molte cose che non tornano. 
Questi i fatti. 
Il 10 luglio Ayling arriva a Milano per partecipare a un servizio fotografico. Il giorno successivo si reca all’indirizzo che le era stato indicato, un appartamento vicino alla stazione centrale di Milano, e da allora  scompare. La sera avrebbe dovuto prendere un aereo per tornare a Londra. Il suo manager, allarmato dal silenzio della ragazza, denuncia la scomparsa. In poco tempo la polizia riesce ad individuare il luogo dove sarebbe avvenuto il rapimento. Sul posto gli agenti ritrovano gli effetti personali della ragazza, compreso il suo cellulare. Qualche giorno dopo il manager riceve alcune mail in cui gli viene chiesto un riscatto di 50 mila euro per liberare la modella. Riguardo il rapimento la versione di Ayling è che, dopo essere arrivata all’appuntamento la mattina dell’11 luglio, «una persona da dietro mi ha messo una mano sul collo e una sulla bocca, su entrambe le mani indossava guanti neri. Una seconda persona si è posta di fronte, indossava un passamontagna nero». I rapitori le avrebbero fatto un’iniezione al braccio, (va specificato che al momento la ragazza indossava un giubbotto di pelle), e avrebbe quindi perso conoscenza. Quando si è svegliata, ha raccontato, era all'interno del baule di un auto, legata e imbavagliata. E' stata portata in un casolare isolato vicino a un piccolo paese in provincia di Torino. Ayling ha precisato di non aver subìto violenze o altri maltrattamenti. Le stranezze, però, continuano perchè sei giorni dopo il rapimento, Ayling e il suo rapitore si sono presentati al consolato britannico di Milano. Dopo una intera notte di interrogatori il “rapitore”, Herba, è stato arrestato con l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione. Ma perché il “rapitore” ha portato Ayling al consolato britannico e è rimasto con lei fino all’arrivo della polizia italiana? Le ragioni che Herba ha fornito agli inquirenti, sembrano estremamente fantasiose. Ha spiegato di essere malato di leucemia (anche se non ha fornito prove per dimostrarlo) e che, per procurarsi il denaro necessario alle cure, ha iniziato a collaborare con un gruppo di “tre rumeni di Birmingham” che gli avrebbero affidato mezzo milione di sterline per affittare locali a Monaco, Parigi, Berlino, Marsiglia e Milano. I locali che aveva affittato avrebbero dovuto essere usati per rapire giovani modelle a scopo di riscatto. I rumeni avrebbero costretto Herba a compiere il rapimento di Ayling e a inviare le richieste di riscatto dal suo computer. Herba però, a un certo punto, si sarebbe ribellato e avrebbe deciso di liberare la ragazza. Ma anche la versione della modella appare piuttosto incredibile. Herba avrebbe detto alla ragazza inglese che apparteneva a una misteriosa organizzazione internazionale di nome “Black Death” che si occupa di rapimenti di ragazze da vendere nei paesi arabi. Questo traffico riguarderebbe centinaia di ragazze, che vengono cedute a facoltosi principi mediorientali. I principi, una volta stanchi della compagnia delle ragazze le darebbero in pasto alle tigri. L’organizzazione, le ha spiegato Herba, avrebbe 10 mila affiliati in tutta Europa e lui stesso avrebbe guadagnato 15 milioni di euro in cinque anni grazie ai rapimenti. 
E' lecito a questo punto sollevare dei dubbi: non ci sono riscontri di nessuna organizzazione internazionale di rapitori, né di giri di denaro milionari e nemmeno di modelle date in pasto alle tigri. Ayling ha parlato negli interrogatori di cinque rapitori, ma nelle indagini della polizia oltre a Herba e suo fratello maggiore non compare nessun altro individuo. La faccenda dell’iniezione con cui Ayling sarebbe stata stordita agli investigatori sembra sospetta: è quasi impossibile fare un’iniezione attraverso un giubbino di pelle come quello che la ragazza indossava al momento del rapimento. Ayling racconta anche che al termine del rapimento Herba le ha dato un biglietto da visita con un un indirizzo email da contattare “per avere informazioni” da passare ai media per fare pubblicità alla misteriosa organizzazione “Black Death”. C'è anche un filmato ripreso delle telecamere interne di un negozio in cui si vedono Ayling e Herba acquistare insieme delle scarpe. I giornali riportano che la commessa del negozio avrebbe successivamente riconosciuto i due. La polizia inglese definisce Herba «un soggetto pericoloso che presenta aspetti di mitomania». Al momento dell'arresto, del presunto rapitore, un poliziotto avrebbe esclamato: "Questo è un cretino".

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