Si accusano l'un l'altro! Qual è la verità? Di chi è la responsabilità per aver dato il via al bombardamento della Libia: di Berlusconi o di Napolitano?
A me sembra di ricordare che Berlusconi fosse contrario all'operazione contro la Libia di Gheddafi, apparentemente suo grande amico al pari di Putin, ma molti affermano che non fu così.
Va detto subito che all'epoca il governo Berlusconi era molto debole, sia per la rottura con Fini, sia per la difficile situazione economica, sia anche per l'esplosione del caso Ruby. Inoltre la pressione americana sul governo Berlusconi fu molto forte, Aggiungiamo anche le insistenze di Francia e Gran Bretagna a favore dell'intervento in Libia.
E' proprio a seguito di questo pressioni internazionali che alcuni esponenti del governo Berlusconi, tra i quali, il ministro degli Esteri Frattini e il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, si convinsero rapidamente della necessità dell'intervento in Libia contro il parere di Berlusconi. La Lega era contraria ma poi votò due volte a favore dell'intervento militare: della serie dico una cosa ma ne faccio un'altra.
Va detto anche che una parte della sinistra era favorevole all'intervento in accordo con il presidente americano Obama e il ministro degli esteri Hillary Clinton, che intendevano favorire le cosiddette primavere arabe, e in forte contrasto verso Berlusconi e i suoi rapporti con Gheddafi (da ricordare il baciamano dell'allora presidente del Consiglio, fatto pubblicamente al leader libico, in occasione della sua venuta a Roma (con tanto di valchirie).
D'altro canto non v'è dubbio alcuno che anche Napolitano si rese interprete delle pressioni internazionali e fu parte attiva a favorevole all'intervento. Ciò detto però va ribadito che se Berlusconi avesse voluto avrebbe potuto, i numeri li aveva, dire di no e bloccare l'intervento.
Invece non lo fece e seppur non convinto del tutto, disse di sì e il suo si fu, alla fine, quello decisivo.
Napolitano non può però negare che il suo ruolo a favore dell'intervento militare fu importante. Pertanto la responsabilità fu di entrambi e non solo: fu del governo Berlusconi, dell'atteggiamento del presidente della Repubblica, di parte dell'opposizione e inoltre della maggioranza dell'opinione pubblica italiana. Qualcuno sostenne che dovevamo assolutamente partecipare alla "spartizione". Spartizione di che? Tutti miopi e succubi di chi aveva interesse a sovvertire la situazione nel Nord Africa. Le conseguenze di tutto ciò. le conosciamo bene tutti.
A me sembra di ricordare che Berlusconi fosse contrario all'operazione contro la Libia di Gheddafi, apparentemente suo grande amico al pari di Putin, ma molti affermano che non fu così.
Va detto subito che all'epoca il governo Berlusconi era molto debole, sia per la rottura con Fini, sia per la difficile situazione economica, sia anche per l'esplosione del caso Ruby. Inoltre la pressione americana sul governo Berlusconi fu molto forte, Aggiungiamo anche le insistenze di Francia e Gran Bretagna a favore dell'intervento in Libia.
E' proprio a seguito di questo pressioni internazionali che alcuni esponenti del governo Berlusconi, tra i quali, il ministro degli Esteri Frattini e il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, si convinsero rapidamente della necessità dell'intervento in Libia contro il parere di Berlusconi. La Lega era contraria ma poi votò due volte a favore dell'intervento militare: della serie dico una cosa ma ne faccio un'altra.
Va detto anche che una parte della sinistra era favorevole all'intervento in accordo con il presidente americano Obama e il ministro degli esteri Hillary Clinton, che intendevano favorire le cosiddette primavere arabe, e in forte contrasto verso Berlusconi e i suoi rapporti con Gheddafi (da ricordare il baciamano dell'allora presidente del Consiglio, fatto pubblicamente al leader libico, in occasione della sua venuta a Roma (con tanto di valchirie).
D'altro canto non v'è dubbio alcuno che anche Napolitano si rese interprete delle pressioni internazionali e fu parte attiva a favorevole all'intervento. Ciò detto però va ribadito che se Berlusconi avesse voluto avrebbe potuto, i numeri li aveva, dire di no e bloccare l'intervento.
Invece non lo fece e seppur non convinto del tutto, disse di sì e il suo si fu, alla fine, quello decisivo.
Napolitano non può però negare che il suo ruolo a favore dell'intervento militare fu importante. Pertanto la responsabilità fu di entrambi e non solo: fu del governo Berlusconi, dell'atteggiamento del presidente della Repubblica, di parte dell'opposizione e inoltre della maggioranza dell'opinione pubblica italiana. Qualcuno sostenne che dovevamo assolutamente partecipare alla "spartizione". Spartizione di che? Tutti miopi e succubi di chi aveva interesse a sovvertire la situazione nel Nord Africa. Le conseguenze di tutto ciò. le conosciamo bene tutti.
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