Erano li, tutti intorno in un cerchio, quasi fosse uno spettacolo, un'arena, solo degli spettatori. Nessuno si è mosso, nessuno è intervenuto a sedare lo scontro, nessuno ha mosso un dito in difesa del ragazzo assassinato. Uno schifo. “La cosa triste è che tutti, tutti sono stati a guardare impotenti, sarebbe bastato che forse qualcuno intervenendo poteva risparmiargli quelle pedate sulla testa, quelle botte al cuore che me l’hanno ammazzato”. Queste le parole del papà di Niccolo Ciatti, il 22enne di Scandicci in vacanza a Lloret de Mar, in Costa Brava. Due dei tre aggressori ceceni sono stati scarcerati, In prigione resta solo quello che i giudici considerano “l’autore materiale dell’omicidio”. Le telecamere a circuito chiuso hanno ripreso tutto. Un’aggressione a pugni conclusa con un calcio in testa, forse quello che è costato la vita a Niccolò. I tre ceceni sono stati interrogati fino a tarda sera dai giudici di Blanes, che al termine dell'interrogatorio, hanno convalidato l’arresto di uno soltanto dei tre, quello che ha sferrato il calcio. Gli altri due sono liberi. «Agivano da paramilitari», Niccolò ha avuto una discussione con uno dei ceceni, per un motivo futile : un piede urtato. Da questo urto involontario è nata l'assurda violenza.
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