La Tunisia è considerata uno dei paesi più progressisti riguardo ai diritti delle donne tra quelli a maggioranza musulmana (in Tunisia il 99 per cento della popolazione è musulmana): la poligamia è proibita fin dal 1956 e lo scorso luglio il Parlamento ha anche cancellato una legge sul matrimonio riparatore che consentiva agli uomini colpevoli di stupro di non subire una condanna nel caso in cui sposassero la propria vittima (una legge simile esisteva anche in Italia fino al 1981). Tuttavia esistono ancora numerose forme di discriminazione nei confronti delle donne in Tunisia: ad esempio, in caso di eredità i figli maschi ricevono il doppio rispetto alle figlie femmine.
La Tunisia ha abolito una legge che impediva alle donne tunisine di sposare uomini non musulmani, a meno che non si convertissero all’Islam e lo dimostrassero con un certificato. La legge che in precedenza poneva dei limiti alla libertà di matrimonio delle donne era in vigore dal 1973 e inoltre non riconosceva l'eventuale matrimonio contratto da donne tunisine all'estero con non musulmani. La nuova legge è già entrata in vigore, quindi le coppie composte da una donna tunisina e da un uomo non musulmano possono già sposarsi. Il presidente tunisino Beji Caid Essebsi aveva annunciato l’abolizione della legge il mese scorso, dicendo che era in contrasto con la Costituzione adottata nel 2014.
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