Due cremonesi nelle terre dell’Isis


ESTERI • Leopoldo Odelli e Gianluca Rossi, rientrati dalla Siria, hanno raccontato l’esperienza


di Paolo a. dossena

Domenica scorsa, 14 gennaio, al Forum del volontariato di Via Speciano 2, Cremona, si è tenuto l’evento “Due cremonesi nelle terre in cui si combatte l’Isis”. I due cremonesi, Leopoldo Odelli e Gianluca Rossi, sono stati ripresi e intervistati dalla stampa con la moderazione di Michele Grioni (Csa Dordoni). Odelli e Rossi hanno passato 2 mesi, da settembre a novembre, cioè il periodo della caduta di Raqqa, capitale dell’Isis, nella Siria del nord. Alla domanda sulla“questione curda”, Odelli e Rossi hanno raccontato che il Kurdistan è una vasta regione divisa tra Turchia, Iraq, Iran e Siria. E
che il Trattato di Losanna del 1923 (tra Intesa e Turchia) ha cercato di cancellare il problema rovesciando il precedente Trattato di Sèvres (1920) che prevedeva uno Stato curdo indipendente. Seguì il massacro dei curdi da parte dei turchi, specialmente tra il 1925 e il 1930. La leadership del Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan) fu assunta nel 1984 da Abdullah Ocalan, ora imprigionato dai turchi. La simpatia di Odelli e Rossi è sembrata per questa formazione politica, descritta come in lotta con i turchi, l’Isis e con il regime di Assad. La seguente domanda è stata se, in contesti come quelli balcanico, caucasico o mediorientale, dove le etnie ribollono da sempre, non sia molto difficile distinguere il bene dal male, dato che, per esempio, il massacro degli armeni del 1915 fu perpetrato da curdi sotto guida ottomana. Odelli ha risposto che il massacro ci fu, ma che «furono usate milizie curde assimilate dall’esercito turco secondo la strategia del divide et impera».  Il moderatore Grioni ha aggiunto che sia Ocalan sia il Pkk per quel massacro hanno chiesto scusa a nome dei curdi.
Alla successiva domanda («Qual è la forza di Assad in Siria e i suoi rapporti con la Federazione») i relatori hanno descritto un vasto scenario: in aiuto di Assad sono accorsi Russia, Cina e gli sciiti (Iran e Hezbollah). Dall’altra parte una coalizione internazionale a guida Usa sostiene i ribelli. Non sono queste le fazioni che hanno incontrato la simpatia di Odelli e Rossi, che hanno invece espresso ammirazione per la “Federazione della Siria del Nord”, che ha combattuto contro l’Isis.
Alla domanda su come sia possibile che l’Isis disponesse di centinaia di pick up e SUV Toyota, Odelli ha detto che quei mezzi sono stati forniti dagli stati sunniti: Turchia, Arabia Saudita, Yemen, Qatar. In merito alla situazione odierna dell'Isis, Rossi ha risposto che il califfato è stato sconfitto, anche se questa guerra è anche di mentalità, contro la quale non si combatte con le armi.
L’ultima domanda è arrivata dal moderatore: «Cos’è la rivoluzione confederale?». A questo punto Odelli e Rossi hanno spiegato le ragioni e i progetti della “Federazione della Siria del Nord”.  Sono seguite le domande del pubblico che, in una nebbiosa serata domenicale (la conferenza è cominciata alle 17) era numeroso e interessato.

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