«Mamma, aiuto, cosa devo fare?»


Tre morti e 50 feriti sul treno partito da Cremona giovedì mattina e deragliato a Pioltello


di enrico Galletti

La morte all’alba, giovedì, sul treno dei pendolari. Sul convoglio partito alle 5:32 da Cremona e diretto a Milano. All’origine del deragliamento un buco nel tratto di Pioltello, alle porte di Milano. 23 centimetri scoperti su quella rotaia che veniva battuta ogni giorno, a più riprese, ininterrottamente. Ancora e ancora. E il pezzo di ricambio, la “pezza” per quella giuntura rotta era lì, pronta per mettere definitivamente a nuovo quel tratto di ferrovia. Il tratto della tragedia.
L’ora del terrore scocca alle 6:57. Chi è a bordo comincia a sentire il treno tremare. Tanto che a par- lare, in quegli attimi concitati, c’è anche una telefonata, quella di una vittima, Alessandra Giuseppina Pirri, 39 anni, originaria di Capralba, in provincia di Crema, che negli attimi di terrore che hanno preceduto la strage ha impugnato il cellulare e ha telefonato a casa. «Mamma, il treno è deragliato. Cosa devo fare?». Dall’altro capo, la mamma e il papà, Antonino e Laura Pirri, sconvolti. Su quel treno hanno perso la loro figlia. E la stessa, tragica, sconcertante sorte è toccata ad altre due donne, Ida Milanesi, 61 anni, e Pierangela Tadini, 51.
Il treno che è uscito dai binari era molto frequentato. Qualcuno lo prendeva per andare al lavoro, ma a bordo c’erano anche tanti universitari. Era il regionale 10452. A staccarsi sono stati il secondo e il terzo vagone. Questo si è accartocciato nel giro di pochi secondi. A bordo, in molti sono rimasti incastrati fra le lamiere. Il bilancio è disastroso. Tre morti e almeno cinquanta feriti. A strappare i passeggeri dalla morte è stato il minuzioso lavoro svolto dai Vigili del Fuoco e dagli uomini della Protezione Civile, che si sono buttati tra le lamiere per salvare il salvabile. Quando l’ora della tragedia, però, era già scoccata. All’alba.

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