Un argine al telemarketing selvaggio


Il Senato approva una norma che finalmente limita le chiamate moleste



di Simona Raboni

E’ l’ora della svolta contro le chiamate indesiderate, il famigerato telemarketing che tutti odiano e che ormai quotidianamente tartassa milioni di italiani: gestori della telefonia, pay tv, gestori dell’energia, e via di seguito, hanno le ore contate. Insomma, le chiamate indesiderate vedranno finalmente un freno, grazie alla nuova legge recentemente approvata dal Senato. Un passo avanti non indifferente, volto ad arginare quello che ormai viene considerato dalla associazioni dei consumatori “tele- marketing aggressivo”. A questo si aggiungerà, dal 25 maggio, il regolamento europeo che uni- formerà nella Ue le norme sull’utilizzo dei dati personali, rendendole più efficaci.
Le prime novità riguardano il registro delle opposizioni, che finora ha dimostrato di non funzionare. Gli operatori di tele- marketing devono, prima di iniziare una campagna pubblicitaria, verificare quali tra i recapiti telefonici che intendono contattare sono presenti nel registro delle opposizioni e, in tal caso, non utilizzarli. Spesso, però, i call center non fanno un simile controllo e così anche i numeri protetti diventano bersaglio delle promozioni. Il registro ha tra l’altro visto ben poche iscrizioni finora. La nuova legge amplia però le possibilità, in quanto l’elenco, finora riservato alle numerazioni fisse contenute negli elenchi telefonici, si apre ora anche ai cellulari e a tutti gli altri numeri di telefono, anche se non presenti negli elenchi, per un bacino totale di 117 milioni di utenze. Tra le novità anche una stretta sulle autorizzazioni all’uso del numero telefonico per finalità commerciali: la nuova legge prevede infatti che tali autorizzazioni decadano nel momento in cui ci si iscrive al registro. C’è, però, una deroga: l’inserimento nel registro non fa decadere i consensi dati nei trenta giorni precedenti l’iscrizione. Viene, tuttavia, assicurata una facoltà di revoca semplificata. Un’altra novità è la previsione della corresponsabilità della società di telemarketing sull’uso irregolare di un numero: a questo proposito, gli operatori dei call center devono indicare all’utente come hanno ottenuto i suoi dati personali. Infine, nei prossimi mesi l’Autorità delle comunicazioni dovrà individuare due codici o prefissi che consentano all’utente di capire se il numero che lo sta chiamando proviene da un ente che sta svolgendo indagini statistiche o da un call center che sta compiendo una ricerca di mercato o sta promuovendo un prodotto. Gli operatori che continueranno a far squillare i numeri presenti nel registro delle opposizioni rischiano una sanzione da 10mila a 100mila euro e, se l’inadempienza si ripete, si passa alla sospensione e poi alla revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività.
Grande soddisfazione da parte dell’Unione Nazionale Consumatori che ha sostenuto, negli ultimi mesi, la campagna “Stop alle chiamate indesiderate”, lanciando anche la petizione #non- disturbarmi per chiedere la riforma del sistema. 

Commenti