Cinghiali, ormai un pericolo


PRIMO PIANO • Sempre più avvistamenti e incidenti stradali. Ma chi risarcisce? E perché pagano gli Atc?


di Vanni Raineri

La presenza di cinghiali sulle nostre strade, anche nei pressi delle zone abitate, è sempre più frequente, come dimostrano i tanti avvistamenti avvenuti negli ultimi giorni pure in città a Cremona.
Al di là del timore di un possibile incontro con un animale che può pesare oltre un quintale, non certo solito attaccare l’uomo ma potenzialmente pericoloso in presenza di cuccioli a preoccupare sono i danni all'agricoltura e agli argini e, direttamente per l'uomo, proprio sulle strade, dove i casi di incidenti sono in forte crescita. 
INCIDENTE, CHI PAGA? 
Responsabile del risarcimento, in caso di danni provocati da animali selvatici, è la Regione, alla quale a sua volta arrivano i contributi di enti locali. Ad esempio, le Atc (ambiti territoriali per la caccia) direttamente coinvolte versano una quota. Ma per l’incidente stradale il risarcimento si attesta attorno al 70-75% del danno, il resto è a carico dello sfortunato autista che ha la malaugurata sventura (in realtà reciproca) di trovarsi di fronte l’animale. Il rischio è presente soprattutto dopo il tramonto, nel momento in cui il cinghiale è solito spostarsi. Ovviamente esiste anche il rischio di travolgere anche altri animali quali la lepre (spesso abbagliata dai fari) la nutria, il capriolo. Ma è chiaro che, data la stazza, sia l'incontro con il cinghiale, il più temuto.

ASSICURARSI
C'è anche la l'eventualità, sempre più percorsa dagli automobilisti, di inserire nella polizza auto la garanzia che prevede il risarcimento in caso di scontro con animali selvatici. La cifra da pagare sino a qualche anno fa nel nostro territorio era irrisoria, ora però è lievitata, così come è lievitato il rischio. Abbiamo chiesto a una compagnia la quale ha stimato in 70-80 euro l’anno la somma da pagare. Ma
forse ne vale la pena. 

«LA MIA AUTO DISTRUTTA»
Abbiamo incontrato un automobilista cremonese che alcuni mesi fa ha avuto la sfortuna di tra- volgere in auto un grosso cinghiale. Come procede il risarcimento, gli chiediamo? «Ho dovuto fornire le foto del cinghiale e quella della mia auto in cui si vedesse a targa. Poi serve la polizza auto per verificare che il danno non sia già coperto. Ho ricevuto qualche giorno fa una lettera da parte della compagnia assicurativa che copre il rischio per la Regione. Serve anche il verbale delle forze dell’ordine che sono intervenute. Non so in che percentuale sarò pagato, ma sarà comunque una cifra irrisoria. La mia auto infatti era vecchia, con un valore di mercato che non arriva a 1000 euro. A causa dell’incidente però ho dovuto acquistarne una nuova».

ALTRI DANNI
Manca una valutazione quantitativa dei cinghiali nel nostro territorio, ma soprattutto in golena sono sempre di più, come dimostra la frequenza degli avvistamenti. Gran parte dei danni da risarcire riguarda l’agricoltura: capita spesso di assistere a terreni letteralmente rasi al suolo dal passaggio di un branco formato da decine di capi. Non sono pochi coloro che mettono in guardia in caso di allagamenti del fiume Po. L’ultima volta che accadde, si videro parecchi cinghiali costretti ad attraversare gli argini per mettersi in salvo, avvicinandosi a strade battute e abitazioni. Il pericolo può riguardare anche le condizioni stesse degli argini che ci difendono dagli effetti dell’alluvione. 

PERCHE’ PAGA L’ATC?
Sul ruolo delle Atc abbiamo sentito il parere di Marino Zardi, da anni presidente dell’Atc numero 1, quella casalasca. «Le Atc – afferma Zardi – sono chiamate a pagare il 10% dei danni all’agricoltura, non quelli da incidente stradale. La parte rimanente un tempo spettava alle province, oggi spetta alle regioni». Ma le sembra giustificato che voi siate chiamati a risarcire parzialmente i danni compiuti da un animale in quanto tra le specie cacciabili quando di fatto non avete la possibilità di cacciarlo, che spetta alla polizia provinciale? «Nella nostra provincia la caccia al cinghiale è vietata, ma questo dicono i regolamenti. Anzi, in base alla legge in preparazione dovremo pagare il 30% del danno. Inizialmente eravamo noi soli chiamati a pagare, poi, visto che non si tratta di fauna che immettiamo sul territorio, è stata modificata la legge passando l’incombenza prima alle province poi alle regioni. Per la verità forse è meglio che non si possa cacciarlo, per il rischio che poi le grane ricadano su di noi, come avviene oggi per le nutrie: al contenimento dovrebbero pensare i comuni che però non hanno risorse».

SENTENZA CASSAZIONE
Intanto pochi giorni fa è arrivata una sentenza che ha fatto discutere. Un automobilista si era scontrato in autostrada con un animale selvatico, un capriolo, e ha chiesto alla società autostradale il pagamento dei danni subiti. In prima istanza aveva avuto ragione, ma in Appello la società aveva dimostrato l’integrità della recinzione che delimita l’autostrada, e la sentenza fu ribaltata. La Cassazione però ha dato nuovamente ragione all’automobili- sta, in quanto “la responsabilità per i danni cagionati dalle cose in custodia ha natura oggettiva”. Spetta quindi alla società concessionaria svolgere l’azione di vigilanza per prevenire i pericoli per gli utenti, e spetta a lei l’onore di dimostrare l’esistenza di un fattore estraneo che ha causato il sinistro. Ovviamente la situazione dell’autostrada si estende a chi per concessione si occupa di un determinato bene in custodia, comprese le strade.


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