Gli aerei supertecnologici che nascono nel Casalasco

IMPRENDITORIA • L’ingegnere indiano Naresh Sharma li progetta a San Giovanni 


di Vanni Raineri

San Giovanni in Croce, terra in cui si progettano aerei. Non lo sapevate? Normale, anche perché il nostro protagonista teme particolarmente la presenza di spie che possano carpire i segreti dei suoi studi, e del lavoro che sta sviluppando.
Parliamo di Naresh Sharma, 55 enne ceo, presidente e fondatore della società Nashero, con sede in via Delmoncello a San Giovanni. Naresh è sposato con una casalese, e vive a Casalmaggiore. Nato in India, è ingegnere aerospaziale. E’ anche cittadino olandese, avendo conseguito il dottorato di Ri- cerca in Ingegneria Aerospaziale e Tecnologie dell’Informazione presso l’Università Tecnologica di Delft. L’amore lo ha portato da noi («Ero felice in Olanda, poi ho conosciuto una donna straordinaria di Casalmaggiore e sono venuto qui»), anche se lui è il primo ad essere consapevole che fare ricerca in Italia è un lusso («Un’azienda di alta tecnologia fatica in Italia per la scarsa disponibilità finanzia- ria delle banche»).
Il dottor Sharma in 30 anni di attività ha dato importanti contributi all’industria aerospaziale, creando start-up e lavorando come partner principale di un fondo Venture Capital europeo da oltre 300 milioni di dollari. E’ stato progettista e responsabile del progetto di un velivolo a due posti (Hansa) e ideatore di un jet bi-propulsore di linea da 70 posti in alluminio (Fokker 70), ed è autore di numerose pubblicazioni. Ha inoltre fondato e presieduto per tre anni la prima sessione al mondo su Aerospace Design Automation a Los Angeles. Oggi fa parte di un squadra di 40 persone invitate da tutto il mondo dall’ente di standardizzazione Astm International, che specifica le norme di certificazione degli aerei.
Naresh Sharma ha ideato il progetto Nashero, che ha come obiettivo la realizzazione di aerei tecnologici di nuova generazione. Di questo ha parlato nella sua relazione alla conviviale del Rotary Club Casalmaggiore Oglio Po, che si è tenuta mercoledì sera al ristorante La Clochette di Solarolo Rainerio (a poche centinaia di metri dal capannone). Non ha mostrato foto, se non qualche prototipo, per il grande timore di spionaggio industriale («Nel capannone lavoro solo io, ho solo un aiutante, proprio per mantenere segreto quello che faccio». Fa eccezione un amico di San Giovanni pilota Alitalia che viene a trovarlo ogni tanto). Non è un caso che parte della tecnologia utilizzata non sia nemmeno stata brevettata, proprio per evitare di comunicarla ai concorrenti. D’altronde, l’ingegnere indiano ha oggi ben 42 tecnologie brevettabili. Ha spiegato che Nashero è stata finanziata inizialmente con fondi propri, poi si sono aggiunti finanziatori statunitensi. L’obiettivo è creare aerei di altissima qualità, oggi non sul mercato. Si è ancora a livello di prototipi: il modello Augusta (nome della suocera) e Brij (della mamma). Il primo è bimotore a due posti rivolto a una clientela privata, il secondo è un piccolo aereo di linea di 19 posti. Ha deciso di certificare inizialmente i piccoli aerei per poi arrivare a quelli più grandi risparmiando sui rilevanti costi di certificazione. Inoltre vende servizi a un distributore americano basandosi sempre sull’elevata qualità. Sicurezza, efficienza, qualità e comfort sono le stelle polari dell’attività. L’utilizzo della fibra di carbonio in ambiente inerte sottovuoto («Siamo gli unici al mondo che evitano la formazione di minuscole bolle d’aria nel carbonio») ad esempio rende gli aerei più leggeri, quindi con maggiore autonomia e anche maggiore durata. Business24Tv l’ha intervistato, definendolo un autentico genio. «Volare è sempre stato il mio sogno da bambino – ha detto Naresh, che a soli 4 anni realizzò i suoi primi aeromodelli -. Oggi un piccolo aereo precipita ogni settimana. Voglio superare la mancanza totale di etica e morale nelle aziende produttrici. Ho fatto tante cose nella mia vita, soprattutto nel business, oggi realizzo il sogno di bambino: gli aerei di Nashero sono il punto di partenza».
Nel 2010 il magazzino di San Giovanni era vuoto, poi è arrivato il modello della fusoliera, quindi quello dell’ala. Quando sarà pronto il primo aereo? «Difficile dirlo. A volte dipende dalla legge di Murphy».


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