Silvana Comaroli e la nuova Lega «Il M5S ha priorità diverse»

DOPO IL VOTO • Abita a pochi chilometri da Toninelli: «Ma non ci sentiamo mai». Il sì al biotestamento 

di Vanni Raineri 
Tra poche settimane Silvana Comaroli celebrerà 10 anni in Parlamento, prima alla Camera poi al Senato e ora, dopo il voto del 4 marzo, di nuovo alla Camera. 


Lei è entrata con la Lega Nord, le chiediamo, ed ora è protagonista del grande successo di una Lega nazionale. Cosa è cambiato? 
«E’ cambiato il mondo, la nostra società e i bisogni dei cittadini. In un mondo sempre più globalizzato, purtroppo, stiamo subendo lo strapotere delle multinazionali, quando invece il nostro Paese è fondato sulle piccole e medie imprese e sull’artigianato. Aziende che hanno permesso all’intero sistema Paese di non fallire durante questa recente crisi economica. Allo stesso tempo la società chiede bisogni che sono diversi: abbiamo sempre più anziani, facciamo meno figli e purtroppo è aumentata la povertà. In questo contesto problematico i cittadini hanno il diritto di avere un lavoro e la certezza di arrivare a fine mese, oltre a poter essere sicuri di vivere in totale sicurezza nelle proprie case».

E come valuta il disorientamento dei leghisti legati a una voglia di autonomia che sembra nei programmi accantonata?
«L’autonomia non è assolutamente cambiata, anzi, il nostro progetto vuole valorizzarla attraverso un vero federalismo. Abbiamo recentemente vinto il referendum in Lombardia e Veneto e il processo è iniziato con la firma dei Governatori 15 giorni fa, Va inoltre detto che il neogovernatore Fontana nella sua giunta avrà un assessore proprio all’autonomia». 

Nonostante il ruolo di rilievo quale responsabile amministrativo del partito, non la vediamo spesso sui giornali. Nello stesso tempo è molto presente in aula. Voglia di badare al sodo?
«Sono sempre stata abituata a lavorare molto e sul campo. Preferisco il lavoro alla ribalta mediatica. Purtroppo spesso mi manca il tempo di comunicare alla stampa tutte le cose che faccio. Credo però che i cittadini apprezzino i fatti e le ultime elezioni ne sono una prova». 

Non si è sempre allineata alle indicazioni del partito, come nel caso del provvedimento sul testamento biologico, che lei ha appoggiato. La ritiene una buona legge? 
«No, non è una buona legge perché presenta molte lacune, tant’è che ho votato a favore di tutti gli emendamenti del mio partito che andavano a modificarla. Però ho ritenuto che qualcosa bisognasse fare, perché il vuoto legislativo era notevole. Secondo me è doveroso rispettare la volontà di quelle persone che si trovano in situazioni simili a quella del DJ Fabo. Nessuno può sapere come si sta e cosa si prova finché non capita. Ritengo importante che ognuno possa decidere liberamente cosa fare».

Gli elettori sono stati chiari, nonostante la legge elettorale non consenta una maggioranza semplice. Hanno scelto voi e il Movimento 5 Stelle. Nonostante le comprensibili resistenze di Berlusconi sembra sia iniziato il dialogo tra Salvini e Di Maio. Ci sono speranze che porti a un governo? 
«Il dialogo è iniziato sulle presidenze delle due camere. Salvini parla con Di Maio a nome della coalizione del Centrodestra, ma non parla solo con lui, ma con tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, come è giusto fare per poter iniziare la nuova legislatura e garantire al Paese un governo stabile. Ad oggi è difficile avere speranze in un governo 5stelle e Lega. La Lega non agisce da sola, ma in una coalizione che ha vinto con un programma ben specifico. I 5stelle sono arroccati in una posizione intransigente e con priorità ben diverse rispetto alle nostre. Una su tutte: il reddito di cittadinanza. Da parte nostra invece puntiamo a far ripartire l’economia con la flat tax e tutelare chi ha lavorato una vita abolendo la Fornero».

Lei abita a Soncino, a un tiro di schioppo da Ticengo dove vive Danilo Toninelli, anche lui uomo di punta del suo partito, il M5S che lo ha nominato capogruppo al Senato. Vi sentite sulle prospettive di governo? 
«No, non ci sentiamo, come non ci siamo mai sentiti nella scorsa legislatura». 

Franceschini chiede un governo a tempo che consenta di cambiare la legge elettorale e tornare alle urne: è un’ipotesi sul tappeto? 
«E’ un’ipotesi reale, ma ve ne sono anche delle altre. Tutto dipende dal dialogo e da cosa si vuol fare e con che numeri». 

Un esponente “libero” come Roberto Maroni potrebbe tornare utile in caso di un accordo di governo?
«Roberto Maroni è uomo della Lega e ha dimostrato grandi capacità. Attualmente ha questioni personali che gli impediscono una discesa in campo attiva. Nel futuro, quando avrà risolto i suoi impedimenti, sarà sicuramente una risorsa per la Lega.

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