La missione di tre 21enni cremaschi «1500 chilometri senza un euro»

LA STORIA • Andrea, Fernando e Davide partiranno martedì nell'ambito di un progetto organizzato da Red Bull 


di Enrico Galletti 

Per una settimana siete soli in una metropoli europea e non avete niente in tasca: niente cellulare, niente soldi e quasi 1500 chilometri da percorrere. Ci proveranno loro a destreggiarsi in questa impresa: Andrea Tessadori, Fernando Di Lillo e Davide Viviani, 21 anni, di Crema, universitari e amanti dell’avventura. Con la loro prossima “impresa” dimostreranno che si può vivere anche senza smartphone, hotel, taxi e comodità della vita di tutti i giorni. I tre giovanissimi martedì prossimo partiranno per Stoccolma. La sveglia all’alba,uno zaino con qualche vestito e nient’altro. E poi la canzone di John Denver, Take Me Home, Country Roads, che canteranno fischiettando, senza cuffie e playlist, mentre raccatteranno passaggi e ostelli in cui passare le notti. Lì, in Svezia, affronteranno l’avventura che stanno preparando da mesi: percorrere 1450 chilometri, fino ad Amsterdam, con le tasche vuote e un sacchetto pieno di lattine. Ce la faranno? Loro sono ottimisti. «La difficoltà maggiore – spiegano – sarà quella di trovare posti in cui dormire. Proveremo ad arrangiarci con il baratto. Chiederemo un trancio di pizza in cambio di una lattina. E poi dovremo vedercela con i trasporti». La scelta di partire per rispondere alla chiamata di una sfida internazionale e per mettersi alla prova. «I giovani sono convinti che la vera realtà sia quella dei servizi su misura e delle comodità. Ci siamo detti: “Perché non provare a cavarcela da soli”?». Una settimana di tempo per percorrere 1450 chilometri. Si parte con una dotazione di ventiquattro lattine di Red Bull. Ma durante la settimana alcune prove permetteranno di “guadagnarne” altre. Qualche esempio? Riuscire a scambiare una bibita con un piatto tipico locale o aggiudicarsi un biglietto aereo in cambio di una “bevuta”. Un’impresa, per molti. Ma non per Andrea, Davide e Fernando, che abbandoneranno per qualche giorno le loro università (Medicina, Ingegneria informatica e aerospaziale) per dedicarsi alla missione che preparano da mesi con l’incoraggiamento dei loro amici. «Non so se ce la faremo. Ma sicuramente questa esperienza ci servirà a guardare con occhi diversi le comodità di ogni giorno». 
Prima di partire i tre giovani rassicureranno anche i loro genitori. «Li saluteremo e raccomanderemo loro di non stare in pensiero per noi – spiegano –. Partiremo per provare a diventare più responsabili. Tutto il resto, qui, può attendere». 


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