«Oggetto di satira? Sono il primo a sorridere»

POLITICA • Il ministro in pectore Toninelli parla dei tre mesi intensi dal voto alla formazione del governo 


di Vanni Raineri 

Il capo del governo incaricato Giuseppe Conte ha incontrato le forze politiche in vista della formazione del nuovo governo. La lista dei ministri sarà concordata col presidente Sergio Mattarella, e per il dicastero delle Riforme il nome più gettonato è quello di Danilo Toninelli, parlamentare cremonese del Movimento 5 Stelle di cui è capogruppo al Senato. Lo abbiamo sentito in queste ore frenetiche per la formazione del nuovo governo. 

Inizia una nuova fase della politica italiana, e siete sotto gli occhi non solo del Paese ma del mondo. Subirete forti pressioni internazionali, e per questo serve una grande coesione nella squadra di governo. Dati gli scontri anche duri in passato con la Lega, è ottimista sull’unità di intenti a lungo termine? 
«Agli attacchi dell’establishment sotto tutte le forme siamo abituati da sempre, al punto che penseremmo che c’è qualcosa che non va se non ci fossero. Per quanto riguarda il rapporto con la Lega è proprio per garantire un’unità di intenti che abbiamo stipulato un contratto di Governo davanti a tutti gli italiani e davanti ai 83 nostri elettori: chi lo dovesse tradire tradirà in primis i cittadini e i suoi elettori, prima ancora che l’altra forza politica». 

Siete consapevoli ovviamente della guerra che una parte dei media vi scatenerà contro, e ne avete avuto già un assaggio con la storia del curriculum di Giuseppe Conte e altre vicende che riguardano il nuovo premier. Siete attrezzati per sostenere una tale pressione? 
«Avere contro i media a reti unificate non è una novità. Siamo più che attrezzati per non farci spaventare e lo abbiamo dimostrato: la vicenda di Giuseppe Conte che oggi è il Presidente del Consiglio incaricato nonostante la patetica fanfara scatenatasi contro di lui nella spe-ranza di farci recedere sul suo nome lo dimostra una volta di più». 

I paletti che ha cercato di mettere il presidente Mattarella sono solamente di ordine economico nei rapporti con l’Europa? 
«Il Presidente Mattarella deve svolgere il suo ruolo di garante della Costituzione e noi siamo pronti ad accettare i suoi rilievi su tutti i profili che derivano dalla Carta che abbiamo sempre servito. Questo non significa, tuttavia, che saremo disposti a subire certe ingerenze che hanno caratterizzato alcune fasi dei precedenti mandati presidenziali, perché i vincoli della Costituzione riguardano tutti i Poteri dello Stato: il Parlamento e il Governo, ma anche la Presidenza della Repubblica. Mi sembra che finora Mattarella abbia svolto il suo ruolo con un equilibrio al quale non eravamo più abituati e confido che continuerà così». 

Essendo lei diventato un personaggio di primo piano della politica nazionale, come sopporta a livello personale casi di ironia solitamente riservati agli uomini di potere, gli attacchi personali e la satira che ha iniziato a prenderla di mira? 
«Ho sempre trovato che la satira sia una cosa bellissima e continuo a pensarlo anche quando riguarda me in prima persona. Sopporto l’essere oggetto di ironia facendomi una bella risata a mia volta; ben altri sono gli attacchi personali che ho subito e che devo essere pronto a subire in qualità di portavoce del Movimento Cinque Stelle, quelli fatti con genuina ironia e non con intenti di pura diffamazione non rappresentano in alcun modo un problema». 

E’ da poco iniziato il percorso per l’autonomia lombarda, che vi vede favorevoli. Di recente il governo lombardo ha deciso di allargare a tutte le 23 materie costituzionalmente previste la trattativa col governo nazionale, e data la presenza della Lega c’è grande ottimismo sul percorso positivo. Ottimismo giustificato? 
«Sicuramente l’intento di promuovere un’autonomia sana, che coniughi poteri e responsabilità e del tutto rispettosa dei principi della Costituzione è pienamente condivisa dal Movimento Cinque Stelle ed è ben presente tanto nel nostro programma quanto nel contratto di Governo, per cui direi che l’ottimismo è giustificato. Questo non significa che non vi sia consapevolezza che passare dai principi alla concretezza è molto complesso e che per farlo nel modo corretto occorrerà lavorare duramente, ma siamo pronti anche a questa sfida». 


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