Una stagione tra luci e ombre, per fortuna terminata bene


Troppe le contraddizioni di una squadra che prima ha fatto sognare e poi soffrire i propri tifosi


di Matteo Volpi 
A campionato terminato, proviamo a riassumere per tematiche una stagione da Dottor Jekyll e Mister Hyde. Prima la meravigliosa cavalcata del girone d’andata, che aveva illuso anche i più scettici portandoci in zona playoff, poi un ritorno con numeri da retrocessione, culminato con l’avvicendamento in panchina e una salvezza striminzita, raggiunta con il minimo margine a una giornata dalla fine. 
COSA HA FUNZIONATO 
Tesser (che giovedì ha salutato la stampa in un locale del centro) e la sua gestione sono stati fondamentali per la salvezza: i 43 punti ottenuti a fronte dei 48 complessivi parlano da soli. Poi qualcosa si è rotto, ma per fortuna la gestione finale senza stravolgimenti di Mandorlini ha fatto da ciliegina sulla torta. Il pubblico grigiorosso è stato il vero fiore all’occhiello della stagione. La Curva Sud è tornata rumorosa ed entusiasta come ai tempi d’oro, rimanendo comunque vicina alla squadra anche nei momenti più critici. Una delle migliori cornici di pubblico mai viste quest’anno nella categoria. 
COSA NON HA FUNZIONATO 
Troppi equivoci, tutt’ora irrisolti. 
INFORTUNI DA RECORD 
Tra lungodegenti, assenze temporanee e persino forfait dell’ultimo secondo (durante il riscaldamento pregara...) è stato difficile tenere il conto delle assenze a cui ha dovuto far fronte soprattutto mister Tesser. Da metà gennaio in poi, l’infermeria grigiorossa si è riempita in modo esponenziale, salvo poi quasi svuotarsi dopo l’arrivo di Mandorlini. 
SPOGLIATOIO “POLVERIERA” 
Pare che dietro all’esonero di misterTesser ci sia proprio il rapporto andato sfaldandosi con i senatori e lo spogliatoio. A tal punto da far quasi sembrare che la squadra remasse contro l’allenatore. Il finale di stagione, tuttavia, ha parzialmente rinnegato questa pericolosa tesi. 
GIOVANI POCO UTILIZZATI 
Castrovilli e Scamacca su tutti. Potremmo sentire presto parlare di loro e provare un senso di rammarico. “Castro”, in particolare, ha avuto più occasioni e più tempo per mettere in mostra delle doti sfruttate tuttavia fin troppo con il contagocce. Per Tesser è stato a lungo il rincalzo di Piccolo, con Mandorlini non è stato quasi mai disponibile. Su Scammacca, invece, sono pesate le esigenze tattiche (così come per Garçia Tena e per Macek, seppur con ruoli differenti). La politica del tutti dietro a difendere il punticino per la salvezza, non ha consentito un adeguato turn over, nemmeno per Michele Cavion (23 anni) in cui la società ha creduto e saggiamente investito la scorsa estate, un girone d’andata da protagonista e poi una graduale uscita di scena. Perché? Anche per lui guai fisici o cessione a grandi club in vista? 
I MIGLIORI 
Ujkani e Arini hanno davvero tirato la carretta come non mai e per rendimento sono risultati spesso indiscutibili. Di Claiton dos Santos si è sentita eccome la mancanza nel periodo in cui è mancato per infortunio. Perrulli, quando chiamato in causa, specialmente nel finale grazie all’intuizione di Mandorlini di impiegarlo come ala sinistra è stato fondamentale, confermandosi talismano grigiorosso. E infine Simone Pesce. Lo spogliatoi è nelle sue mani e, come detto, qualcosa al suo interno non è sempre quadrato. Ma il suo solito apporto, impreziosito dal gran gol contro il Venezia che ha messo il timbro sulla salvezza, confermano una leadership indiscutibile. 
LE DELUSIONI 
Paulinho. Paulinho... e ancora Paulinho. Ci ha prima sedotti con gol da capogiro e poi, di colpo, abbandonati. Da protagonista a fantasma nel giro di poche settimane, creando un mistero sul quale nessuno dirà mai la verità.

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