Casalasco, un territorio che si impoverisce

EMERGENZA • Dopo i continui rinvii al ponte e la chiusura del punto nascite, ora tocca al Centro per l’Impiego 


di Vanni Raineri 
Non passa settimana senza che arrivino notizie di perdite di risorse per il territorio. Mentre ci si organizza per chiedere alla Regione Lombardia di ripensare la chiusura del punto nascite dell’ospedale Oglio Po, reo di non arrivare al minimo di 500 nascite l’anno (sull’argomento è stato convocato un Consiglio comunale che si è tenuto ieri sera a Casalmaggiore), arriva la notizia della probabile chiusura del Centro per l’Impiego di Casalmaggiore. 
Le Rsu e le organizzazioni sindacali della Provincia di Cremona hanno organizzato giovedì una conferenza stampa presso la Sala Consiglio della Provincia di Cremona per presentare le problematiche dei dipendenti del Settore Lavoro della Provincia preoccupati del loro futuro professionale e della riduzione dei servizi pubblici erogati ai cittadini conseguenti alla mancata applicazione delle norme statali da parte di Regione Lombardia. Ricordiamo che i servizi per il lavoro e i relativi Centri per l’impiego sono stati attribuiti alla competenza delle Province fin dal 1999 con il trasferimento dei cosiddetti “uffici di collocamento” dallo Stato alle Province. Da allora le Province hanno continuato a gestire questi servizi sia pure nelle difficoltà dovute alla scarsità di risorse che tradizionalmente in Italia sono riservate alle politiche attive per il lavoro. “Il nuovo assetto del mercato del lavoro – afferma il comunicato congiunto - ha fatto esplodere la richiesta di questi servizi in considerazione, per esempio, del fatto che l’assoluta maggioranza dei nuovi contratti di lavoro è a tempo determinato: in provincia di Cremona, per esempio, ben il 75% dei nuovi contratti è a tempo determinato con durate comprese tra i 4 e i 6 mesi; in altre aree del Paese la percentuale supera addirittura anche l’80%”. E ancora: “Il quadro normativo statale stabilisce che i Centri per l’impiego siano uffici regionali e che il personale delle Province sia trasferito alle Regioni. Questa concentrazione di funzioni e personale nelle mani delle Regioni è chiaramente finalizzata a potenziare i servizi per adeguarli alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Siamo, dunque, in una fase decisiva per il futuro dei lavoratori che già si sono visti ridurre gli ammortizzatori sociali e ora corrono il rischio di non avere a disposizione nemmeno i servizi per il lavoro necessari. Le Regioni si sono tutte già mosse nella direzione indicata dalla normativa statale, scegliendo di assumere diretta- mente la funzione e i dipendenti oppure di gestire il tutto tramite apposite Agenzie Regionali”. 
Tra le conseguenze palesate, la mancata garanzia di continuità dei servizi attualmente offerti dai Centri per l’Impiego, con relativo spostamento di personale. La mozione chiude con un appello ai parlamentari. 
Sono 53 i lavoratori dei 4 Centri locali aperti a Cremona, Crema, Soresina e Casalmaggiore. Gli ultimi due, è stato denunciato, sono a forte rischio chiusura. Un altro fronte aperto è quello del ponte sul Po, la cui riapertura vede i tempi dilatarsi di continuo. Il comitato TrenoPonte- Tangenziale ha pubblicato un duro comunicato ricordando la tragica situazione e le promesse incassate da Di Maio e Toninelli quando erano minoranza. Ovviamente il Movimento 5 Stelle governa da troppo poco per pretendere che risolvano tutto con la bacchetta magica, certo il Casalasco attende che alle promesse si passi ai fatti. E anche il futuro dei Centri per l’Impiego attende: nei programmi del M5S c’era il loro potenziamento nell’ottica del reddito di cittadinanza. 

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