I figli del Villaggio Po

Te ricòordet? Prima puntata del racconto inedito del giornalista Giorgio Barbieri 


di Giorgio Barbieri 

I primi goccioloni cominciarono a cadere poco prima di mezzogiorno. Le nuvole gonfie di pioggia stavano arrivando sulla città trasportate da un fortissimo vento. Il temporale stava attraversando il Po alla velocità della luce. Improvvisamente un bagliore, il rumore di una scarica elettrica, il boato del tuono. E i vetri delle finestre a tremare, proprio come me che ho sempre avuto paura dei temporali. Quando si scatenavano di notte mia mamma si faceva sentire dall’altra stanza con un colpo di tosse e per me questo era un invito alla calma. Sapevo di non essere solo, mettevo la te- sta sotto il cuscino, mi rannicchiavo sotto le coperte e facevo finta che fosse una notte normale. 
Quel giorno però era importante. Era una domenica e mi ero messo d’accordo con gli amici per andare a vedere allo Zini la Cremonese. Ci si doveva trovare verso l’una e mezza sotto i portici del Villaggio Po, dove c’era il bar ‘La Botte d’oro’. Eravamo ragazzini e allo stadio si andava a piedi attraversando tutta la città. In una mezz’oretta saremmo stati tutti là su quei tre gradoni dove adesso ci sono i Distinti a sostenere i giocatori in maglia grigiorossa. La squadra era in Quarta serie ma questo era l’unico calcio che potevamo seguire da vicino. Ognuno di noi conosceva i campioni di Milan, Juventus e Inter ma non sapeva nulla dei giocatori della Cremo. Però era la squadra della città, andava sostenuta. Mai avremmo immaginato allora che questi colori un bel po’ di anni dopo sarebbero finiti sui campi più importanti d’Italia, proprio contro le squadre per cui facevamo il tifo da ragazzini. 
Però il temporale e la pioggia stavano rovinando la giornata. I miei genitori mi avevano detto che se il tempo non cambiava non mi sarei mosso di casa. E allora cercai di telefonare all’amico Floriano Soldi, uno del gruppo con cui mi sarei dovuto incontrare. Una amicizia nata sui campi che confinavano con la fornace Frazzi, lì fra l’erba incolta davamo vita a epiche partite di calcio. Le porte erano fatte con due bastoni, il campo era corto ma largo, la palla chissà da dove veniva. Però ci si divertiva, magari litigando per giorni interi su quel pallone che qualcuno diceva avesse superato la riga immaginaria fra i due bastoni e altri che giuravano di averlo visto fuori. Sino alla partita successiva, che terminava immancabilmente con le stesse discussioni. Floriano abitava nella parte nobile del Villaggio Po, quella che arrivando dal piacentino si trova sulla destra. Io abitavo nella parte proletaria, quella opposta del viale. Suo papà Fiorino era direttore del quotidiano ‘La Provincia’, un grande giornalista. Mio padre era operaio, in casa mia si faceva davvero fatica ad arrivare alla fine del mese. Papà fu persino costretto ad emigrare in Svezia, a Stoccolma, per trovare lavoro. Eppure fra noi, che abbiamo frequentato asilo e elementari insieme, nacque una sincera amicizia proseguita poi ai tempi delle scuole superiori (lui al Manin, io all’Itis) per sfociare nel lavoro fianco a fianco come giornalisti. Una passionaccia, come quella per il calcio, che ci ha accomunati sino al momento della sua prematura scomparsa. 
Volevo dunque telefonare a Floriano, ma a quei tempi era di moda un abbona- mento alla Stipel che si chiamava duplex. Si divideva il costo della bolletta con un altro cliente ma anche l’uso del telefono era diviso più o meno a metà. Quando l’altro cliente faceva o riceveva una telefonata il tuo apparecchio ti dava il segnale di occupato. E viceversa. Quel giorno provai più volte a prendere in mano la cornetta del telefono di casa senza successo. Era quasi l’una e non riuscii a contattarlo, di solito era lui ad organizzare il gruppetto di amici per la camminata verso lo Zini. Allora al calcio si giocava solo alla domenica, non come oggi che ogni giorno è buono. Allora le partite si potevano vedere solo allo stadio, non c’erano le dirette in pay tv e della Cremonese in Quarta Serie non parlava nessuno. 
(fine della prima puntata, la seconda sarà pubblicata sabato 23 giugno)

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