«Il treno si ferma qui, prego , scendete»


Fulmine sulla sala operativa, il maltempo manda in tilt la linea ferroviaria. Treni cancellati e soppressi: «Piadena-Cremona in un’ora e un quarto»


di Enrico Galletti 
Prima l’annuncio di un ritardo contenuto, poi i minuti di disservizio che aumentano e la situazione che diventa sempre più insostenibile. Un’altra giornata nera per i pendolari cominciata nelle prime ore di ieri. L’ennesima. Alla base di una serie di disservizi, ieri mattina, è stato il maltempo, come confermano i responsabili di Rfi. Un fulmine, nella notte, ha colpito la sala operativa di Cremona, scatenando disservizi a raffica. La violenta perturbazione durata tutta la notte ha colpito diversi cavi elettrici, costringendo molti convogli a fermarsi in stazioni intermedie e a interrompere improvvisamente il servizio. A quel punto hanno cominciato a fioccare ritardi e soppressioni, quando ad affollare le stazioni di Cremona e del casalasco c’erano già centinaia di passeggeri in attesa di andare al lavoro e a scuola. Tra l’altro il giorno prima (giovedì) alcune corse erano saltate per effetto dello sciopero generale, che avrebbe dovuto terminare alle 6 di venerdì mattina. Invece no. 
Il bilancio, ieri mattina, è stato di tre soppressioni lungo la Cremona-Brescia, quattro nella Cremo- na-Treviglio e una nella Milano-Cremona-Mantova (in questo caso con due treni che hanno effettuato alcune fermate straordinarie). Il resto parla di ritardi a raffica, anche di quaranta e cinquanta minuti. Come il 20333 Brescia-Parma del- le 6:50, in ritardo di quaranta minuti, e il 2648 Piadena-Cremona con un deficit di quarantacinque minuti. A parlare, in questo caso, c’è la testimonianza di una studentessa. «Sono arrivata in stazione a Piadena come ogni mattina alle 6:45, per prendere il treno dell 6:51 che ferma a Torre de’ Picenardi, Pieve San Giacomo e Malagnino. Subito ho capito che nell’aria c’era qualcosa di strano. Il convoglio, comunque, è partito. Ma la mattinata di disagi era appena cominciata». Il Piadena- Cremona gremito di studenti è arrivato a Torre de’ Picenardi. Lì si è fermato appena prima della stazione. A Torre, nel frattempo, un altro convoglio(il diretto per Milano in ritardo di diversi minuti) era fermo sul secondo binario. «Ma - ci racconta una donna che si stava recando al lavoro - alla nostra richiesta di farci salire ci è stato risposto: “No, non sono autorizzato”». Così la mattinata è proseguita coi nervi a fior di pelle. In ritardo anche il diretto per Milano Centrale previsto in partenza alle 7:12. Il Piadena-Cremona delle 6:51, una volta raggiunta la stazione di Pieve San Giacomo, si è fermato, di colpo, facendo scendere tutti i passeggeri, “bloccati” nella stazione intermedia in attesa che il convoglio per il capoluogo meneghino facesse la fermata straordinaria e li “raccogliesse”. «Una avventura, più che un viaggio per il lavoro - commenta un’altra passeggera -. Da notare il prezzo dell’abbonamento, che ammonta a diverse centinaia di euro ogni mese». Amaro il bilancio di una mattinata che è proseguita con altri disagi. «In totale, per percorrere la tratta Piadena-Cremona, è servita un’ora e un quarto: una follia». Un’esasperazione che ieri ha toccato livelli da record. Trenord, dal canto suo, tiene a precisare che i disservizi accumulati durante la giornata di ieri sono dovuti a un fattore esterno e ai danni subiti dall’infrastruttura ferroviaria. In ogni caso, il danno in termini di ritardo al lavoro e a scuola è co- stato caro ai pendolari, che adesso alzano la voce e chiedono di essere ascoltati. «Urgono interventi di manutenzione e di potenziamento dell’infrastruttura, ce lo devono», dicono. Una giornata amara. Amarissima.



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