La Cremona del Premier “incaricato”

Le origini di Cottarelli: il liceo classico Manin, la maturità d’eccellenza e la passione per la Storia 



di Enrico Galletti 
A Cremona torna ogni fine settimana Carlo Cottarelli, e continuerà a farlo ora che ha rimesso il mandato al presidente Sergio Mattarella, che lo aveva incaricato di provare a formare il governo dal presidente. La “sua” Cremona era in fibrillazione, tra ricordi e aneddoti del passato che ne fanno una persona profondamente legata alle origini. I suoi compagni dicono che Carlo era «tra i più bravi della classe, uno studente diligente e preparato». Cinque anni al Classico Manin, poi la Maturità con un sessanta sfiorato (ha preso 59/60). A sedici anni aveva già una grande passione per lo sport, l’Inter e la Cremonese nel cuore e i suoi inseparabili libri di Storia, letture che riempivano tutti i momenti liberi. Una carriera scolastica brillante e un destino già scritto. Lo confermano gli ex compagni di scuola (classe 1954), che con lui hanno frequentato la sezione C del liceo di via Cavallotti. 
«Di Carlo – raccontano – è impossibile dimenticarsi». Con il 59/60 totalizzato all’esame di Maturità del 1973 si era aggiudicato il premio «Banca del Monte», con la votazione più alta della sua scuola. Poi, dopo gli studi al liceo, la scelta di intraprendere la strada dell’economia, di diventare uno che conta. Gli studi in Scienze Economiche e Bancarie all’Università di Siena e il master in Economia alla London School of Economics gli hanno permesso di essere ciò che è oggi: l’ex commissario straordinario della spending review (durante il governo Letta e Renzi) e il neo-premier incaricato dal Capo dello Stato. Due martedì fa, a palazzo Cittanova, Cottarelli ha tenuto un incontro con i ragazzi delle scuole superiori. «Ha parlato di economia in modo chiaro, ci ha trattati da adulti nonostante la nostra età e ha fatto leva sui sette peccati capitali dell’economia italiana (che è anche il titolo di un suo libro, ndr)», spiegano gli studenti. Durante la conferenza ha risposto al cellulare a sua moglie che si trovava in giro per il mondo e sorridendo le ha detto, in viva voce: «Sei in diretta con gli studenti». A parlare, adesso, c’è una curiosa analogia. Nel 2013 a Carlo viene affidata la Spending Review, oggi le sorti del Governo. Nel 1967, la Cremonese tocca il punto più basso della sua storia sportiva. Le difficoltà economiche avevano costretto il presidente Maffezzoni a lasciare e la squadra era piombata in serie D. Una crisi senza precedenti: la società fu commissariata, tra gli altri, a Celo Cottarelli, il padre di Carlo. Insieme a Domenico Luzzara fece rinascere la Cremo, che nel giro di poco approdò in A. Adesso ha sfiorato la prova più dura: dai tempi del liceo a quelli di Palazzo Chigi. Ma davvero potrà starsene tranquillo?

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