Le tabaccherie diventano banche

LA NOVITA’ • Debutta il servizio di Intesa Sanpaolo: i prelievi in contanti non più solo negli istituti di credito 


di Vanni Raineri 
L’allarme è stato lanciato dal sindacato First Cisl nei giorni scorsi: quasi 400 comuni italiani sono privi di una filiale bancaria, il che provoca disagi soprattutto alla popolazione anziana. Ben conoscendo come tanti comuni della nostra provincia siano senza uno sportello (che sia filiale o meno), o addirittura senza un bancomat, il numero sembra addirittura più piccolo di quanto temuto. Fatto sta che, come denuncia il sindacato, negli ultimi 7 anni sono sparite 6289 filiali, e ancor più pesante è il bilancio occupazionale, che vede la perdita di 26mila unità. Tanti i motivi alla base della drastica riduzione. Il primo è l’incremento del servizio digitale: sono sempre di più gli italiani che hanno un conto corrente online, e tantissimi coloro che mantengono il conto corrente in filiale ma effettuano le operazioni tramite il pc o lo smartphone, ad esempio col servizio di home banking. 
Un altro aspetto da considerare è il sempre minore ricorso al denaro contante, e l’allargarsi dell’utilizzo delle carte di credito per effettuare i pagamenti, con la conseguenza che il ricorso al bancomat si è sensibilmente ridotto. Ma le iniziative, che spesso sorgono all’interno delle stesse banche, si moltiplicano. L’ultima di queste fa discutere. Si tratta di un’iniziativa di Intesa Sanpaolo, che questa settimana ha comunicato di aver concluso l’accordo per un servizio innovativo che potrebbe cambiare le abitudini di parecchi cittadini: usando le carte Intesa Sanpaolo del circuito MasterCard, Visa o Visa Electron, sarà possibile effettuare operazioni di prelievo contante presso le tabaccherie convenzionate con Banca5. 
I clienti dell’istituto di credito potranno dunque usare le tabaccherie come bancomat. Certo i dipendenti di banca che stanno perdendo il posto si domanderanno il senso di lasciare a casa loro chiudendo filiali e bancomat per consentire ad altri di svolgere lo stesso servizio. La risposta che riceverebbero? Probabilmente “questione di sinergie”: le tabaccherie sono spesso aperte e garantirebbero un servizio più completo a costi inferiori. In fondo il meccanismo è sempre quello: cancellare il lavoro di chi rappresenta un “peso” per l’azienda e sovraccaricare chi già lavora in certi ambiti con nuove mansioni, per ottenere quelle “economie di scala” che fanno sì che qualcuno lavori di più e altri il lavoro lo perdano. D’altra parte come potremmo risolvere la situazione? Non certo mandando i bancari a lavorare in turni in tabaccheria. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, l’accordo apre il campo per venire incontro alle esigenze degli anziani che vivono in paesi in cui la banca è scomparsa, ma la tabaccheria è spesso presente, tra l’altro consentendo orari molto più ampi. Nei piccoli centri la tabaccheria è spesso un emporio, con edicola, bar e quant’altro. D’ora in poi darà anche contante (al massimo 150 euro giornalieri). Per il momento sono 15mila i punti convenzionati in cui sarà possibile ritirare le banconote, operazione che, almeno fino al 31 dicembre 2019, sarà gratuita. 

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