CRONACA • Il treno passa e le sbarre del passaggio a livello restano giù. Rfi: «Interverremo, ma i treni devono fermarsi»
di Enrico Galletti
Una donna, due giorni fa, ha raccontato di essersi salvata grazie al fischio del locomotore. Poteva andarle peggio: le sbarre del passaggio a livello non sono scese e il treno è transitato comunque. Tragedia sfiorata, un’altra volta. Scuotono la testa gli abitanti del casalasco, che di quei disservizi ne hanno visti a decine nei mesi scorsi. Il copione che non cambia di una virgola, dai centri più grandi alle frazioni. Non molto tempo fa una di loro aveva scattato una foto e l’aveva postata in diretta sul suo profilo Facebook. Ronca de Golferami, frazione di Cà d’Andrea. Una ventina di abitanti in tutto che ogni giorno prendono l’auto e vanno a scuola, all’università, al lavoro. A trovare i loro cari, magari. “Attenzione”, aveva scritto la cittadina a caratteri cubitali sopra la foto che non lasciava dubbi: il treno in transito e le sbarre ancora alzate. Aveva affidato al social network più frequentato l’avviso di passare con cautela in mezzo a quei binari. Pericolo morte. Lunedì scorso il treno regionale che da Mantova (6:41) porta a Milano ha accumulato settantacinque minuti di ritardo. E’ partito regolarmente e poi si è fermato, di colpo, a Torre de’ Picenardi. Più avanti, a qualche metro di distanza, c’erano le sbarre ancora alzate. In quel caso il macchinista è stato previdente, non è andato oltre per scongiurare i peggiori epiloghi. Ha preso il telefono e ha chiamato i carabinieri. Sono arrivati poco dopo, si sono posizionati di fronte al passaggio e hanno bloccato gli automobilisti che sopraggiungevano. Intanto erano già le sette e quaranta, però. E molti avevano perso la pazienza, pensato che sarebbe stato meglio andare al lavoro in auto quella mattina. Siamo andati sul posto qualche giorno dopo, di fronte a quello stesso passaggio a livello che era stato immortalato dopo l’ennesimo disservizio. Abbiamo aspettato il treno, prima che passasse le sbarre sono regolarmente scese. Non succede sempre, ma quando capita fa paura. A inizio mese era successo a Cà d’Andrea, quella volta era scattato il video. Rfi, il gestore dell’infrastruttura ferroviaria, tranquillizza: «Non si tratta sempre di un guasto, il mancato sollevamento delle sbarre quando il treno è in transito può essere dovuto a cause concatenanti». Ma chi controlla il movimento delle barriere? «E’ un sistema automatico - ci hanno spiegato -, che parte quando il treno passando aziona una leva». Ma può capitare che questo meccanismo non entri in funzione. «Una volta - ci dicono - qualcuno aveva appoggiato proprio in prossimità del sistema una bicicletta. E se qualcuno ruba i cavi? A quel punto il sistema viene manomesso». I macchinisti dei treni, però, secondo Rfi devono fare la loro parte. «Si devono fermare quando vedono che un passaggio a livello nelle vicinanze è ancora aperto. Devono chiamare le autorità e aspettarle». Così è stato, infatti, qualche giorno fa. Il punto, però, è un altro: servono interventi concreti, più manutenzione, bisogna scongiurare i guasti. «Stiamo lavorando per riammodernare la tecnologia - dicono da Rfi -. O meglio: faremo degli upgrade tecnologici».
La situazione, comunque, resta critica. Si muove pure la politica, con le sferzanti parole del consigliere regionale del Partito Democratico Matteo Piloni: «Il ministro dei trasporti Danilo Toninel- li che conosce bene queste situazioni non dice nulla a proposito?». Lo chiarirà il tempo. Intanto resta lo spavento. «Guardiamo a destra e a sinistra prima di varcare i binari», racconta un residente fermo al passaggio a livello fra Cà d’Andrea e Torre. Dove a distanza di qualche metro, nel campo che costeggia la strada, vicino a un traliccio c’è un cartello: “Pericolo di morte”.
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