Il centrodestra spaccato perde ma alle Comunali voteranno tutti

Da Forza Italia un appello all’unione. Alle Provinciali però decidevano gli eletti 


di Vanni Raineri 

E’ stato facile per una par- te del centrodestra prendere spunto dall’esito delle elezioni provinciali per lanciare l’appello agli “amici” separati: “Visto? Divisi si perde, assieme si sarebbe vinto”. Tutto vero, ma... Partiamo da capo. Mercoledì (ma perché un giorno feriale?) si sono tenute le elezioni provincia- li, per ricomporre il consiglio scegliendo i 12 eletti. Sull’argomento abbiamo scritto due settimane fa, 
spiegando come trattasse di elezioni snobbate dall’opinione pubblica, perché riguardano enti svuotati
dalla riforma Delrio ma mantenuti in vita dal no al referendum Renzi-Boschi del 2016. Inoltre, si è trattato di elezioni di secondo livello: a votare non erano i cittadini bensì sindaci e consiglieri comunali, quasi tutti in scadenza di mandato e quindi eletti a loro volta quando il quadro politico era profondamente diverso. 
Detto questo, non stupisce l’esito: il centrosinistra, che aveva scelto il presidente in carica (Davide Viola), ha ottenuto ampio consenso, anche se il centrodestra lo ha superato, ma era diviso in due liste. Infatti erano tre le liste che si giocavano la partita: “Insieme per il territorio Viola presidente”, appunto di centrosinistra, che ha ottenuto 31.553 voti ponderati, la lista “Centro Destra per Cremona”, formata dai nuovi vertici di Forza Italia 18.276 voti, e la lista “Lega, Fratelli d’Italia e Amministratori del Centro Destra per la Provincia di Cremona 19.957 voti, Chiariamo che i voti sono ponderati perché, giustamente, sono “pesati” a seconda della grandezza del Comune che li esprime. Complessivamente dunque le due liste di centro-destra hanno ottenuto poco meno del 55%, mentre il centrosinistra si è fermato al 45%. Ci fossero state due liste, come hanno affermato nel dopo voto Massimiliano Salini di Forza Italia e Leonardo Trespidi dell’Udc, il centrodestra avrebbe strappato 7 consiglieri su 12, mentre così si deve accontentare di soli 6, senza quindi ottenere la maggioranza.
Tutto vero, appunto, ma trasferire questi equilibri al voto popolare delle prossime amministrative, che riguarderanno anche il Comune di Cremona, sarebbe fuorviante. Se nell’ambito dei consiglieri comunali le due forze di centrodestra possono avere una forza simile, è ben difficile che tale scenario si ripeta in elezioni popolari con una Lega data a livello nazionale oltre il 30% e Forza Italia in grosso ridimensionamento, oltretutto spaccata in Provincia tra i nuovi vertici e gli avvelenati fuoriusciti. 
E’ plausibile che Galimberti possa sfruttare in qualche modo la divisione sul fronte avversario, ma improbabile che l’equilibrio si ripeta. Per non parlare del Movimento 5 Stelle, praticamente assente dalla competizione provinciale ma che giocherà un ruolo importante alle Comunali. 
Detto questo, è molto probabile che i vertici regionali e nazionali di Forza Italia tentino una ricomposizione del dissidio, che riguarderà probabilmente più il partito che non l’alleanza. 
Ultimo appunto, la partecipazione al voto, nettamente in ribasso (anche per il giorno feriale): solo il 55% abbondante ha votato, e i votanti dei piccoli Comuni (sotto i 3mila abitanti) non hanno raggiunto nemmeno la maggioranza degli aventi diritto al voto. 
Questi i consiglieri eletti: per il centrosinistra Stefania Bonaldi, Rosolino Azzali, Giovanni Gagliardi, Calogero Tascarella, Diego Vairani ed Ernesto Roberto Barbaglio, per la lista promossa da Forza Italia Alberto Sisti, Giovanni Rossoni e Massimo Mori, per il centrodestra allargato Mirco Poli, Si- mone Beretta e Ferruccio Andrea Giovetti.

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