POLITICA • Il direttivo del Carroccio si accinge a ricandidarlo sindaco, ma c’è chi minaccia dimissioni
di Vanni Raineri
Non ha mai avuto vita facile la sezione cremonese della Lega. Sin dagli albori, un millennio politico fa, quando giravano i manifesti di Roma ladrona ed usciva semiclandestinamente l’opuscolo “Lombardia autonomista”, Giorgio Conca era il primo parlamentare cremonese, e poi arrivò Giovanni Robusti. Sin da allora la sezione cremonese è sempre stata “tormentata”, dalla grande crescita fino al governo Bossi-Berlusconi al crollo dei consensi fino alla strepitosa rinascita firmata Salvini.
Pure oggi la Lega a Cremona è commissariata, anche se il motivo non risale a litigi bensì all’elezione di Simone Bossi, già segretario, a senatore. Il commissariamento si protrarrà fino alle Europee.
Per la prima volta i leghisti intravvedono la possibilità di avere un sindaco in verde, ma le difficoltà per centrare l’obiettivo non sono poche, e nascono soprattutto all’interno.
Il comitato direttivo cittadino si riunirà tra lunedì e martedì, per esprimere il candidato alla poltrona di sindaco da sottoporre poi agli alleati. Nell’ultimo direttivo è emersa prepotentemente la figura di Alessandro Zagni, probabilmente anche per il gradimento manifestato proprio da alcuni degli alleati, che potrebbero lasciare la poltrona a un leghista purché gradito. Va ricordato che gli stessi alleati non attraversano un momento facile: Forza Italia ha visto tornare al vertice Salini e Malvezzi ma i rapporti con gli “scalzati” Jotta e Bertusi non sono certo idilliaci. E idilliaci i rapporti non lo sono nemmeno nel Carroccio. Alessandro Zagni si candidò anche 5 anni fa, in contrapposizione non solo a Galimberti ma anche al sindaco uscente Perri, che anche per la divisione del centrodestra uscì sconfitto. Molti leghisti ricordano anche che Zagni si dimise subito da consigliere comunale, e in questi giorni caldi rammentano anche altre situazioni, alcune delle quali evidenziati con due post su Facebook che mostriamo in pagina. Un anno fa Zagni, colpito da un provvedimento dalla Lega, si esprimeva duramente contro l’ampia maggioranza (Pd, Forza Italia e Lega) che aveva approvato la nuova legge elettorale, e un paio di mesi più tardi augurava un buon lavoro a Carlo Cottarelli, incaricato da Mattarella per fare il governo ma non certo amico dei leghisti.
Tutto questo molti componenti del direttivo verde non l’hanno dimenticato, e sono pronti a fare opposizione al suo nome. Uno dei 9 aventi diritto al voto, Bruno Del Grande, ieri ha postato sui social tutti i suoi dubbi nel ricandidare lo sconfitto del 2014. Critico su Facebook anche Alessandro Carpani, capogruppo in Consiglio comunale, che ha scritto che prima della scelta del candidato si dovrebbe creare la coalizione, e prima ancora costruire un programma (ricevendo i likes dal centrodestra di Giovetti, Bertusi e Ventura). Ci sono leghisti che hanno manifestato addirittura l’intenzione di dimettersi nel caso la scelta cada su Zagni, ricordando come il segretario cittadino Pietro Burgazzi non più tardi di tre mesi fa negasse per iscritto che la scelta sarebbe caduta su di lui.
Intanto abbiamo interpellato il commissario Fabio Grassani (che sarà presente al direttivo come i parlamentari Simone Bossi e Silvana Comaroli, ma nessuno di loro avrà diritto di voto), che però ovviamente non entra nel merito della polemica: «Vorrei gettare acqua sul fuoco, e rimandare le riflessioni al dopo direttivo. L’unica promessa è che dopo si lavorerà seriamente». Cosa pensa delle contestate esternazioni di Zagni su Facebook? «Chi di dovere farà presente le cose al momento opportuno, ma al momento rimango neutro, in quanto la mia figura è di garanzia, e vorrei proteggere le persone che fin qui sono state nominate». Siete aperti ad un sindaco non leghista? «Nel direttivo parleremo anche di questo, certo l’idea di un sindaco cremonese leghista mi piace parecchio. Prima di tutto Cremona deve cambiare colore, e spero sia il verde».
La scelta molto probabilmente cadrà su Zagni, uomo di area Libera quindi gradito ad ambienti che contano in città. Ma siamo certi che sarà lui alla fine il candidato? Tra i vari nomi fatti c’è quello di un esterno, il presidente di Padania Acque Claudio Bodini, ma pare che nelle ultime ore l’ipotesi sia data in calo. Salini sembra aver proposto Malvezzi che però non è appoggiato da molti alleati.
In Lombardia, oltre a Cremona, si vota anche a Bergamo e a Pavia, dove pare che il candidato sarà della Lega. Cremona quindi potrebbe essere “lasciata” a Forza Italia (si mormora che da Roma sia stato dato il via libera), che però ha gravi problemi interni. Massimiliano Salini, politico decisamente abile, ha annunciato anche nelle nostre pagine la sua ricandidatura al Parlamento Europeo e al momento si mostra come l’uomo che cerca di tirare le file per l’alleanza. Ma dopo aver bruciato nomi in serie, siamo certi che all’ultimo momento, nella grande incertezza europea, non possa essere davvero lui, ex presidente della Provincia, il candidato sindaco del centrodestra?
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