Bordi: non mi siedo a un tavolo in cui tutto è deciso

L’ex assessore della giunta Perri si smarca rispetto a un centrodestra che ha da tempo raggiunto l’intesa formale su Zagni ma è ancora in attesa dal via libera regionale

Francesco Bordi

di Vanni Raineri 
Domenica 26 maggio si voterà per eleggere il sindaco di Cremona, con eventuale ballottaggio il 9 giugno. Se Gianluca Galimberti si sta riscaldando da tempo in attesa di buttarsi nella campagna elettorale, il suo principale avversario rischia di “scendere in campo” a freddo: nonostante la convergenza ottenuta, o almeno sbandierata, nella persona di Alessandro Zagni, la fumata bianca non è ancora arrivata. Ad inizio settimana sia il senatore leghista Simone Bossi sia l’europarlamentare di Forza Italia Massimiliano Salini hanno confermato la scelta univoca di Zagni, ma il fatto che la ratifica da Milano non sia ancora arrivata lascia spazio a varie interpretazioni. 
Ne parliamo con Francesco Bordi, autore di una rottura con il gruppo di centrodestra. «Voglio subito sgombrare il campo da equivoci o strumentalizzazioni: la lista “Cremona in Movimento” non fa più parte della coalizione di centrodestra non per una posizione critica nei confronti del candidato Zagni, persona che stimo e di cui sono amico, né tantomeno per il mancato soddisfacimento di mie aspirazioni in merito alla candidatura: i motivi sono altri e di fondo». 
Francesco Bordi, fondatore della lista “Cremona in Movimento”, è stato assessore all’Ambiente nella giunta guidata da Oreste Perri. «Un amico, una persona di cui ho grande stima, che mi ha dato l’opportunità di operare in un settore delicato. L’ho sentito nei giorni scorsi e tanto al Coni quanto come Ct della Nazionale di canoa sta facendo un ottimo lavoro, con la grande dote di umanità e cordialità che lo contraddistinguono». 
Torniamo alla questione della sua Lista.
«Avevamo unicamente chiesto di essere aggiornati dalla viva voce dei partecipanti agli incontri milanesi (e non) sullo stato dell’arte rispetto alle voci e notizie in circolazione, di cui non si conosce il fondamento e la veridicità. Il coordinatore del Tavolo, Fabio Grassani, ci ha invece risposto che intende convocare il Tavolo dopo che il nome del candidato sindaco sarà ufficializzato dalle segreterie regionali dei partiti. Credo sia il sogno di ogni movimento non essere interpellato, non essere convocato, non essere aggiornato, ma essere chiamato per ratificare la scelta (fatta da altri) e sottoscrivere in silenzio, come Bigio firma. Ad alcuni può andare bene restare in attesa di ordini: a noi no». 
Perché secondo lei questa risposta?
«Premetto che aggiornare coloro che hanno dato delega fiduciaria era un dovere (negli incontri il segretario rappresentava anche noi). Doveva essere un atto spontaneo, per rispetto, correttezza, etica politica. Senza la dignità, l’identità viene cancellata. E la dignità non è negoziabile. La motivazione appare chiara: la partita delle candidature deve essere appannaggio solo della Lega e di una parte di Forza Italia, nessun altro può esprimersi al riguardo se non a decisione già presa: bastava dirlo chiaramente».
Assieme a lei anche Maria Vittoria Ceraso non si è allineata. Ci sono possibilità di conver-genze? 
«Ci siamo sentiti e abbiamo parlato della situazione ma i suoi motivi sono completamente diversi. Manteniamo il buon rapporto che avevamo in giunta, ma non abbiamo parlato di accordi elettorali. Credo che lei si presenterà con la sua lista come faremo noi con la nostra, con me candidato sindaco».
Lei nega di screzi con Zagni, nemmeno dopo lo strappo della Lega con l’amministrazione Perri e la sua candidatura in opposizione nel 2014? «Sostenni Perri in una lista civica, che non seguiva partiti, anche per questo il nostro rapporto è sempre rimasto buono». 
A livello locale il centrodestraha scelto Zagni, ma da settimane si attende il via libera regionale. Non si rischia in questo modo di evidenziare ai cittadini vecchie dinamiche di scelte calate dall’alto? 
«Assolutamente sì, si tratta di un messaggio negativo. Sono logiche di partito lontane da quel che è il mio modo di vedere e pensare, anche se comprendo che ciò accada nei grandi partiti. Sta di fatto che siamo a marzo e gli spazi per la campagna elettorale si restringono». 
Nel 21017 lei si iscrisse al blog di Beppe Grillo e partecipò attivamente ai meetup del M5S. Fece anche richiesta di adesione al Movimento, poi che accadde? «Mi avvicinai ai 5 Stelle ai meetup di Cremona soprattutto per discutere di temi legati all’ambiente, che sono anche oggetto tra l’altro del contratto di governo. Ero e resto incandidabile per il M5S». 
Ciò non vieta un accordo elettorale con la sua lista.
«Hanno ripetuto il concetto del no ad apparentamenti, poi vedremo se gli argomenti coincideranno ». C’è qualcosa che potrebbe farvi cambiare idea all’ultimo per farvi unire al centrodestra? 
«Noi ci siamo tolti dal tavolo, nulla vieta che ci possa essere un riavvicinamento, non chiudiamo porte in faccia. Noi portiamo avanti le nostre tematiche, vedremo chi le farà sue». 
Magari già al primo turno? 
«Al primo ormai penso proprio di no».

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