Il 69° Festival a Mahmood Ma il televoto incorona Ultimo

SANREMO • “Soldi” convince i giornalisti e la Giuria d’Onore, da casa il 14%. E il secondo classificato sbrocca in sala stampa 

Alessandro Mahmoud

di Enrico Galletti 
È incredulo Alessandro Mahmoud, 26 anni, quando dalla busta del vincitore esce il suo nome e quelle sette lettere rimbombano sul palco del teatro Ariston di Sanremo. Reduce da una piccola disavventura proprio durante la finale, quando al momento di cantare il microfono non si accende e lui, artista semplice, di madre sarda e padre egiziano, riesce a ripartire e a strappare comunque quella vittoria inaspettata, Mahmood diventa l’esempio che il Festival di Sanremo, quando ci si mette, riesce ancora a sorprendere. Un brano, «Soldi», che sin dal primo ascolto ha conquistato tutti, la sala stampa che ha inaugurato il battito delle mani nel ritornello, il popolo dei social, la radio e le televisioni. Per la verità il televoto ha incoronato Ultimo, secondo classificato con il 46.5% dei voti da casa e i ragazzi de Il Volo, che hanno incassato il 39.4%. “Solo” il 14% di voti con gli SMS per Mahmood, che trionfa grazie al giudizio compatto dei giornalisti e della Giuria d’Onore, e tanto basterà, una volta svelato il podio, a dare il via alle polemiche per l’eccessivo peso del giudizio degli esperti. Una carovana di lamentele inaugurata da Ultimo, che alla conferenza stampa che ha seguito la finale, visibilmente indispettito, se l’è presa proprio con la stampa, dicendo: «La verità è che avete questa settimana (quella del Festival, ndr) per sentirvi importanti, e dovete rompere il c..o». Fatto sta, però, che dietro quell’apparente semplicità del titolare del podio si nasconde ben altro. Il brano di Mahmood è un fuoco vivo che cela la rabbia di un ragazzino abbandonato dal padre. Un pezzo, scritto da Alessandro con Dardust (Dario Faini) e Charlie Charles, che è un grido di contestazione intima, di denuncia sociale che nel suo approccio con il cantante finisce per contagiare un po’ tutti. Mahmood, prima del Festival poco conosciuto alla maggior parte del pubblico, è anche l’autore di “Hola”, il brano di Marco Mengoni, e del successo “Nero Bali” di Elodie, Michele Bravi e Guè Pequeno. Il segreto della vittoria, forse, sta proprio nel suo lavoro dietro le quinte, in quel suo ingresso al Festival in punta di piedi, nell’espressione di incredulità diventata un mezzo sorriso strada facendo. Quando tutta l’Italia, unita dalla musica, ha saputo che un 26enne con la testa piena di sogni e qualche difficoltà di percorso, alla fine, ce l’ha fatta. 

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