L’incredibile escalation della Vanoli è merito di un allenatore che non finisce di stupire
Vanoli vince la coppa Italia di basket |
di Fabio Varesi
Esattamente due anni, mentre si giocava la final eight di Coppa Italia, la Vanoli era alle prese con una stagione complicatissima. Alla quarta giornata del girone di ritorno, i biancoblu erano in fondo alla classifica insieme a Varese e alla fine del campionato sono retrocessi. Ventiquattro mesi dopo, la Vanoli ha trionfato in Coppa Italia e il merito è in gran parte di Meo Sacchetti, il coach delle mission impossible. Brava, però, è stata anche la società che lo ha scelto, proprio nell’estate più difficile dell’avventura in serie A. Certo, il ripescaggio ha facilitato le cose, ma ripartire di slancio non era facile. La scorsa stagione, la squadra ha fatto le prove generali, giocando da protagonista la final eight e centrando i playoff. Poi, grazie anche alle indicazioni del coach, sono stati confermati quattro italiani e ingaggiati stranieri perfettamente funzionali al gioco di Sacchetti. Inoltre, l’età media decisamente bassa, permette alla squadra di giocare in velocità e la freschezza del roster è stata decisiva nella finale contro Brindisi, che al contrario era distrutta dalla fatica. Ma facciamo un passo indietro, perché già in semifinale la Vanoli ha costruito il proprio trionfo, contro una squadra di talento come la Virtus Bologna, che ha potuto però fare ben poco al cospetto delle scelte sempre azzeccate dai biancoblu. Come contro Varese, la Vanoli ha avuto solo un breve passaggio a vuoto, che ha subito riscattato e la sicurezza mostrata nei pochi momenti di difficoltà, ha disarmato gli avversari. Ed è stato bello che il grande protagonista del successo sulla Virtus sia stato Travis Diener, l’unico veterano del roster, che sta facendo crescere tutti i compagni. Sembra impossibile che sia tornato a questi livelli, dopo tre anni di inattività. Merito suo e del talismano Sacchetti. La sensazione, anche se non rivelata, era che la Vanoli fosse favorita in finale ed infatti Brindisi non ha mai condotto nel punteggio (a parte un fugace 13-12 ad inizio match) ed è stata in partita per due quarti solo grazie alle prodezze di Brown. Ma quando anche lui ha accusato la fatica, i biancoblu hanno messo le mani sulla finale e tutti hanno dato il proprio apporto (compreso un ritrovato Ricci, premiato come miglior rimbalzista e miglior difensore). Alla fine, mvp è stato eletto Crawford ed è giusto così, ma il premio poteva tranquillamente finire nelle mani di Diener, Saunders, Aldridge e Mathiang, a conferma che la forza della Vanoli sta nel gruppo, coach compreso. Un Sacchetti palesemente commosso, ha però mostrato una tranquillità che rassicura sul futuro della squadra, che sa di dover raggiungere altri obiettivi.
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