TRASPORTI • Le proposte di legge presentate riguardano l’uso del cellulare alla guida, il fumo, gli skate e i nuovi limiti
in bicicletta con il casco |
di Benedetta Fornasari
Dopo l’introduzione dell’obbligo di sistemi antiabbandono sui seggiolini per bambini, il divieto di circolazione con un veicolo immatricolato all’estero per chi ha stabilito la residenza in Italia da oltre sessanta giorni e la stretta sui recidivi della circolazione senza polizza Rc, il governo Lega-M5S è tornato a lavorare alla modifica del Codice della strada. Due giorni fa, tra l’altro, la Corte Costituzionale ha sancito la illegittimità dell’art. 222 del Codice della Strada (questione sollevata anche a Cremona), che prevedeva la revoca automatica della patente.
Nel frattempo, la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati ha stilato il Testo unificato che mette a confronto il vigente Codice della strada e le proposte di legge presentate, per le quali sono in corso le audizioni. L’aggiornamento dell’attuale normativa ha già destato perplessità e sollevato critiche, in modo particolare riguardo a certe misure giudicate troppo “severe”, soprattutto nei confronti degli automobilisti indisciplinati abituati ad utilizzare, durante la guida, smartphone e tablet. Sarà consentito l’utilizzo di tali apparecchi radiotelefonici, computer portatili, note- book e dispositivi analoghi, a patto che non com- portino, anche solo temporaneamente, l’allontanamento delle mani dal volante. Sarà permesso l'uso di strumenti a viva voce, o dotati di auricolare, purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie e purché il loro funzionamento non richieda l’uso delle mani. Tra le condotte vietate contenute nel progetto di riforma vi sarà anche quella di fumare mentre ci si trova alla guida; chiunque violerà le suddette disposizioni sarà soggetto non solo al pagamento di una multa, con decurtazione di punti patente, ma anche alla sanzione amministrativa della sospensione della patente. Il disegno di legge non prevede solo provvedimenti restrittivi ma anche qualche “concessione”: sarà elevato il limite di velocità da 130 a 150 km/h «sulle autostrade a tre corsie più quella di emergenza per ogni senso di marcia, dotate di apparecchiature debitamente omologate per il calcolo della velocità media di percorrenza su tratti determinati, in relazione alle caratteristiche progettuali ed effettive del tracciato, sempre ché lo consentano l'intensità del traffico, le condizioni atmosferiche prevalenti ed i dati di incidentalità dell'ultimo quinquennio». I ciclisti, invece, dovranno fare i conti con il ritorno del discusso emendamento di matrice PD (bocciato già nel 2010) che vorrebbe introdurre l’obbligo di uso del casco. A fronte di questa limitazione però potranno circolare, anche in senso opposto a quello di marcia di tutti gli altri veicoli, nelle strade o nelle zone all’interno dei centri abitati nelle quali il limite massimo di velocità è uguale o inferiore a 30 km/h. Per i conducenti e passeggeri di ciclomotori e motoveicoli si imporrà «un abbigliamento tecnico protettivo conforme, ai tipi omologati, in conformità con i regolamenti emanati dall'Ufficio europeo per le Nazioni Unite - Commissione economica per l'Europa e con la normativa comunitaria».
Un’altra grande novità riguarderà i moderni mezzi di trasporto: le moto elettriche potranno circolare anche in autostrada, mentre la circolazione di skate, monopattini e hoverboard verrà finalmente regolamentata dal Codice della strada. In generale, si presterà maggiore tutela nei confronti dei cosiddetti utenti vulnerabili, ovvero i conducenti di ciclomotori, motocicli, nonché altri veicoli aperti a due o tre ruote o destinati a determinati usi, per i quali si sta pensando di riservare strade o corsie, anche protette. Come sempre gli italiani sapranno adeguarsi alle norme che sono in grado di interiorizzare, ma risulterà determinante l’opera di educazione stradale, piuttosto che di repressione, che le forze dell’ordine sapranno attivare. Tolto, al tabagista, il piacere dell’ultima sigaretta al volante pare ad alcuni eccessivo, ed un po’ liberticida, l’uso del casco in bicicletta. Questa modifica potrebbe disincentivare una pratica virtuosa: l’abbandono dei veicoli a motore a fronte dell’utilizzo velocipedi peraltro promosso dai piani di mobilità sostenibile.
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