L’OPINIONE • La posizione assai critica di Francesco Agostino Poli sul congresso mondiale delle famiglie
francesco agostino poli
Molte cose si possono dire sul congresso mondiale delle famiglie che si sta svolgendo a Verona durante questo fine settimana. Il programma dei lavori e la partecipazione di alcuni soggetti hanno sollevato nel Paese una forte preoccupazione, interventi sulla stampa e una contemporanea manifestazione che si svolgerà, sempre a Verona, per protestare contro contenuti, temi e parole che sono emersi come assi portanti del congresso stesso.
Vediamo di cosa si tratta: per prima cosa, i toni. Parlare, oggi, di “naturalità” della famiglia, di “bellezza” del matrimonio, di “dignità” della donna, che, in quanto soggetto debole e bisognoso di protezione, necessita di tutela, è un parlare totalmente anacronistico. Né giusto né sbagliato: anacronistico. Il tono generale per affrontare queste tematiche si basa essenzialmente su un elemento biologistico e patriarcale, per cui il concetto di “natura” è una rappresentazione dei corpi e delle relazioni puramente meccanicistica. Se poi andiamo a vedere altri contenuti, come l’aborto inteso come atto di cannibalismo, oppure l’omosessualità come patologia da curare, ecco che ciò che andrà in scena a Verona rimanda ad una sorta di stato allucinatorio. Cosa voglio dire? Semplice: così come l’allucinazione è una falsa percezione in assenza di uno stimolo esterno reale, il piano del discorso che si svolgerà a Verona rinvia ad un mondo che non esiste più. La storia dei decenni trascorsi ha costruito altro, ha detto altro. In coscienza, chi si sentirebbe oggi di affermare, per primi i politici e le politiche che a Verona parteciperanno, che l’unione in matrimonio abbia un manto sacrale ed indissolubile? Che le donne, oggi, ma anche ieri, debbano essere consegnate alla gioia sacrificale dell’accudimento della prole e del marito, e della custodia della dimora? O di negare che l’omosessualità esista e sia assolutamente diffusa, da sempre, e che l’orientamento sessuale di una persona afferisce alla sua sfera intima di posizionamento nel mondo e negli affetti? Che sia assurdo pensare che l’aborto esista in quanto c’è una legge che lo regola, la quale, ricordiamolo sempre, ha tolto le donne che intendono abortire dalle mani di mammane sprovvedute, che operavano, magari, sopra un tavolaccio della cucina, o dai “cucchiai d’oro” di medici che si dichiaravano antiabortisti, salvo operare privatamente a caro prezzo, ma che le donne, da che mondo è mondo, hanno sempre abortito, per mille ragioni che qui sarebbe troppo lungo elencare, tant’è che il referendum sull’aborto vide una stragrande maggioranza di voti favorevoli al mantenimento della legge 194, segno evidente che avevano votato in questo senso anche le cattoliche ed i cattolici?
Allora, diciamola tutta: al congresso di Verona andranno in scena posizioni oscurantiste, fondamentaliste, violente e apertamente misogine. Ma questo è il quadro che si sta delineando nel Paese, complici forze politiche che l’oscurantismo e la chiusura cavalcano, per meglio affermare tesi proprietarie e sovraniste. E, ancora una volta, sono il corpo e la soggettività delle donne ad essere preda: sia quando si fanno proclami sul reddito di maternità (le donne, fatevene una ragione, vogliono lavorare, desiderano lavorare, e studiano molto di più e molto meglio degli uomini per realizzare i loro scopi), oppure si intende erodere il diritto di famiglia a sfavore di donne e bambini, oppure si emanano sentenze che, nei casi di femminicidio, riferiscono di tempeste emotive e presunte ineluttabilità. Ma il Paese saprà reagire a questo oscurantismo. Saprà reagire alla presenza di elementi come Dmitri Smirnov, esponente della Chiesa ortodossa russa: “Se vogliamo essere salvati, questi cannibali (ndr chi pratica l’aborto) devono essere spazzati via dalla faccia della terra”; c’è una “propaganda che ha spinto la donna fuori di casa instillando in lei pensieri nocivi”. O come Brian Brown, presidente dell’International organization for family, che nel 2016 aveva accusato Barack Obama di aver “normalizzato la pedofilia”. Saprà esprimere alla volontà di prevaricare, controllare, portare indietro l’orologio della storia posizioni antirazziste, antifasciste, antisovraniste.
Quanto alle donne, chiudo riportando un brano illuminante di Franca Ongaro Basaglia: “Testimone scomoda e sgradita, la donna porta in sé una forza non ancora intaccata: è la forza di un giudizio legato alle cose, alle esperienze concrete di vita [...] l’uomo la guarda sgomento e trasmette messaggi e ricatti: o torni com’eri o mi perdi. Ma di quest’uomo la donna non vuole più essere madre”.
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