Costretta a prostituirsi, marito in manette

CRONACA • Dalle botte alle minacce di morte, a convincere la 34enne a denunciare è stato un carabiniere donna 


Enrico Galletti

Picchiava la moglie e la costringeva a prostituirsi. Per non farsi individuare dalle forze dell’ordine, nel tempo, aveva cambiato domicilio decine di volte, muovendosi, oltre che a Cremona e Soresina, anche nei comuni di Badia Pavese, Monticelli d’Ongina, Sant’Angelo Lodigiano e Torre Pallavicina. Qualche giorno fa, la parola “fine” a questa storia che viene resa nota proprio nel giorno della Festa della donna, sono stati i Carabinieri di Cremona guidati dal maggiore Rocco Papaleo. I militari hanno arrestato G.E.A., alias P.E.A., nato in Romania, classe 1986, in Italia senza fissa dimora, disoccupato e pregiudicato. Per l’uomo sono scattate le manette proprio mentre si trovava nell’abitazione della moglie 34enne a Soresina. A quest’ultima, tra l’altro, non si sarebbe potuto avvicinare per una norma restrittiva dell’autorità giudiziaria. L’uomo, in più occasioni, aveva colpito la moglie con calci e pugni su tutto il corpo, anche in presenza dei tre figli, per costringerla a prostituirsi e a farsi consegnare il denaro delle prestazioni. 
Era proprio lui a chiedere alla donna che la vicenda non varcasse le mura di casa. Con questo scopo, un giorno, prima di uscire l’aveva rinchiusa nella sua abitazione rubandole le chiavi e il cellulare. Il GIP di Bergamo, nel provvedimento di custodia cautelare in carcere, ha sottolineato che gli episodi di violenza si ripetevano due o tre volte ogni settimana, in particolare quando l’uomo si trovava sotto l’effetto di alcol. In più occasioni le avrebbe scagliato addosso delle sedie e l’avrebbe sbattuta con violenza contro il muro, minacciandola anche con dei coltelli. C’era stato anche il periodo in cui la coppia aveva vissuto in Germania. Secondo quanto spiegano i carabinieri, per costringerla a prostituirsi anche in quel paese l’aveva legata, spogliata, e dopo averla picchiata a sangue rasata a zero. Una sera, di fronte ai tre figli di 14, 10 e 7 anni, G.E.A si sarebbe avvicinato alla moglie minacciandola di morte, provocandole un trauma cranico e un trauma facciale. A quel punto era scattato l’intervento dei Carabinieri, allertati dai vicini che si erano accorti delle urla della donna. Una volta arrivati sul posto, i militari hanno trovato la donna con ematomi visibili e segni di violenza sul volto e sulle spalle. Quest'ultima, in passato, si era sempre rifiutata di denunciare i maltrattamenti subiti per paura di ritorsioni, come ha spiegato in un secondo momento agli agenti. La svolta è arrivata quando a parlarle, cercando di capire le ragioni di quei lividi, è stato un carabiniere donna, Gilda Eleuteri, in forza al Comando di Cremona. E’ stata lei a dare alla 34enne la for- za di denunciare il marito. A quel punto G.E.A. è stato arrestato e portato in carcere a Cremona. Lì, raccontano i carabinieri, si sarebbe giustificato dicendo ai militari che non avrebbero potuto arrestarlo perché si trovavano al di fuori del territorio della provincia di Bergamo, uno dei tanti luoghi in cui lui stesso aveva fatto tappa per sfuggire al controllo degli agenti. Un uomo violento, già noto alle forze dell’ordine per numerosi precedenti. Non molto tempo fa, infatti, era stato denunciato anche dall’ex compagna per maltrattamenti e induzione alla prostituzione. Questa volta, però, sono scattate le manette.

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