LA STORIA • Molti volti noti, tra cui Mara Maionchi e Memo Remigi, sostengono il progetto della fotografa Giulia Barbieri
A far scattare in lei il desiderio di sensibilizzare quante più persone possibile all’importanza di contrastare il bullismo è la sua esperienza personale. I ricordi che risalgono ai cinque anni di superiori, quando per Giulia Barbieri, cremonese, oggi fotografa professionista, è cominciato l’incubo della prepotenza. «Non sono stata vittima di violenza fisica – spiega lei –, ma di una violenza verbale e psicologica che, per certi versi, fa più male delle botte. Ero una ragazzina e non ho mai voluto parlarne con nessuno. Avevo altri problemi familiari per la testa. Ed è stato quando i miei familiari hanno ripreso a stare bene, che io sono crollata». Il progetto Vis a Vis parte da un’esperienza personale ma punta a toccare tutti, tramite scatti che mostrano il volto di alcuni personaggi più o meno famosi, tra i quali Mara Maionchi, Memo Remigi, Alfredo Rapetti Mogol, Edwyn Roberts ed Eleonora Giovanardi. Persone che, nel loro piccolo, hanno voluto metterci la faccia e sostenere l’iniziativa. Il titolo, non casuale, tradotto è Faccia a faccia.
«Guardare negli occhi qualcuno che sta lì davanti a te è una cosa apparentemente normale – racconta Barbieri –. Lo fanno i bambini, quando li vedi giocare tra loro: bisticci, espressioni buffe, complicità improvvisate. Qualcuno la definirebbe “routine”. Diverso è quando guardare negli occhi qualcuno diventa un atto di coraggio, quasi rivoluzionario. Come a dire: io ci sono, sono qui e mi mostro a te per quello che sono. Io, quel coraggio l’avevo perso. Seppellito sotto uno strato spesso di dolore. Un dolore inferto con la veemenza di una coltellata dritta nella pancia e che mi ha lasciata ogni giorno per anni consecutivi inerme e annientata da un profondo senso d’inadeguatezza. Quasi di vergogna. Lo chiamano bullismo e io so di averlo conosciuto molto da vicino». Giulia è una fotografa ma, ancor prima, un’artista a tutto tondo. Con la sua chitarra, a inizio febbraio, si è seduta in cattedra alla scuola elementare A. Ghisleri di Dosimo e ha parlato della sua esperienza con i ragazzi. «All’inizio ascoltavano in silenzio – racconta -. Poi, quando mi sono aperta lo hanno fatto anche loro, e ho scoperto quanto sia importante aiutare i bambini a rispettarsi a vicenda, quanto bisogno ci sia di prevenire certi comportamenti». Il progetto “Vis a Vis” diventerà presto un’installazione fotografica, il cui ricavo sarà devoluto all’associazione “Officine Buone”, che porta la musica negli ospedali oncologici. Poi continuerà il giro delle scuole, con un messaggio: «Anche l’arte può aiutare la rabbia e il dolore a diventare un messaggio». Per Giulia Barbieri, vera artefice di un’iniziativa di sensibilizzazione che sta coinvolgendo molti volti noti, «è tutta una questione di fiducia».
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