Rdc, meno richieste del previsto Cremona attorno a quota 650

PRIMO PIANO • Nella nostra provincia 6,22 ogni mille abitanti. Solo Bergamo tra i vicini ne ha meno 


federico pani 

Con il 31 marzo, chiusa la prima tornata delle richieste per il reddito di cittadinanza, si può già disegnare una mappa d’Italia, in cui la provincia di Cremona risulta allineata con le sue vicine. Anzi: a fronte delle 6,22 richieste ogni mille abitanti cremonesi, solo la provincia di Bergamo ne ha inoltrate meno: 5,12. Ecco le altre: Piacenza 6,54, Lodi 6,3, Parma 7,8, Brescia 7, Mantova 7,9, Pavia 10,2 e Reggio Emilia 6,46 
Cremona è in linea , infatti, con l’asse della pianura padano emiliana e alcune province toscane (tra le 6 e le 7 ogni mille abitanti). Lo stacco è, a nord, con le provincie a ridosso dell’arco alpino e il Veneto (circa 5); e, a ovest e sud, con il Piemonte e l’Italia centrale (oltre le 7). Si sarebbe tentati di accostare alcuni dati, tra loro ben diversi: Napoli da cui arrivano più domande che da tutta la Lombardia, o Palermo che ne ha inoltrate più di Emilia e Toscana. Ma è meglio fare un passo indietro e, con un po’ di pazienza, soffermarsi sulle cifre nazionali. Alla fine dello scorso mese, erano arrivate 806mila richieste. Quelle accolte sono state 487mila. Un 26% del totale processato dall’Inps è già stato scartato e, infatti, la previsione è che il tasso di accoglimento delle richieste, in totale, sarà del 75%: dunque, si potrebbe arrivare a 600mila richieste approvate. Un numero che, finora, è ben al di sotto delle aspettative del governo il quale ne avaeva preventivate 1,3 milioni, stanziando 5,62 per il 2019 e 7,1 per il 2020. 
Tanto da fare ammettere al Ministro del lavoro, Luigi Di Maio, che potrebbero avanzare addirittura centinaia di milioni di euro. Ma al di là delle aspettative, l’ordine di grandezza è comunque imponente, anche perché ogni richiesta è relativa a un nucleo familiare: va quindi moltiplicata per 2,75. Totale: 1,65 milioni di persone. Meno comunque dei “5 milioni di poveri” che il M5S pensava di raggiungere. 
Finora, tutto sembra essersi svolto in modo ordinato: arrivati già i primi sms e le prime mail, nei
giorni scorsi, oggi comincia il ritiro delle card presso gli uffici postali, le quali saranno caricate nel giro di una settimana. Pasquale Tridico, il nuovo presidente dell’Inps, ha parlato di un contributo medio per famiglia di 520 euro, tenendo conto di un massimo erogabile di 780 euro pro capite, in assenza di altro reddito, e di 1.380 euro per famiglie con specifiche condizioni lavorative. Come si sa, la spesa sarà abilitata per i beni di primo consumo, per poter pagare le medicine, le bollette, l’affitto o la rata del mutuo, con un prelievo massimo di 100 euro per chi vive da solo. Non si potranno fare acquisti di piacere su e-commerce e tanto meno giocare d’azzardo.
Resta invece ancora da definire la data in cui entreranno in attività i 3mila navigator, ovvero gli operatori che dovranno occuparsi del ricollocamento lavorativo degli aventi diritto al reddito, laddove possibile. L’accordo per il bando, in capo ad Anpal e le Regioni, infatti, potrebbe far slittare la selezione a dopo l’estate. 
«Che tutto si sia svolto completamente in ordine, non posso dirlo», afferma Federico Visconti, responsabile Caf di Cgil Lombardia per la provincia di Cremona. «La normativa è cambiata il 30 marzo, costringendoci a modificare il modello e il programma per l’inserimento. E poi abbiamo avuto qualche problema a relazionarci con l’Inps, le cui strutture – prima di riuscire a organizzarsi per riceverli – hanno mandato da noi molti dei richiedenti che avevano già fatto domanda presso gli uffici postali, ma avevano dimenticato di allegare documenti fondamentali. I nostri numeri? 182 moduli approvati e già spediti dalla città di Cremona e 488 da tutta la provincia. Posso prevedere che ne invieremo almeno altri 150: le prossime settimane sono già tutte riempite di appuntamenti presso i nostri uffici».

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