Un contratto per salvare la faccia

POLITICA • La Lega cerca di ritagliarsi un ruolo da protagonista sottoponendo alcuni punti a Malvezzi, che firma 


VANNI RAINERI 
L’annuncio, dato venerdì 29 marzo, della scelta definitiva di candidare sindaco per il centrodestra a Cremona Carlo Malvezzi, ha provocato un’immaginabile scia di polemiche, invidie, risentimenti, presto anestetizzati dalla necessità di non interferire con i diktat calati dall’alto. La candidatura di Alessandro Zagni, tenuta in frigo per oltre due mesi prima di sacrificarla sull’altare del patto pro Forza Italia, ha messo la Lega, sulla carta nettamente la prima forza dell’area, in posizione scomoda. Posizione dalla quale i leader locali hanno cercato di uscire sottoponendo a Malvezzi un contratto da firmare, ormai una moda della nostra politica. Per farlo, hanno convocato una conferenza stampa che si è tenuta mercoledì. Il fatto di chiarire i punti salienti prima che li firmasse (come ovviamente ha fatto il giorno dopo) Malvezzi, dimostra più che altro la volontà di ritagliarsi un ruolo da protagonisti che la vicenda della candidatura aveva messo in serissimo dubbio. 
Il contratto di governo che Malvezzi ha firmato contiene alcuni punti cui il Carroccio è legato, quali la chiusura dei centri sociali e la revisione del progetto Sprar. Discutibile la pro- posta della chiusura della Consulta degli stranieri: perché impedire che abbiano una rappresentanza sia pur solo consultiva? Su questo punto la Lega rischia di non riuscire a coinvolgere la parte moderata del centrodestra, in particolare Maria Vittoria Ceraso che con la scelta di Malvezzi sembrava essersi riavvicinata all’alleanza. Alcuni punti si prefiggono di rilanciare il centro storico, come la riapertura della Ztl (che il centrosinistra ha già fatto sapere di considerare un brutto passo indietro), l’aumento dei parcheggi gratis e lo stop ai centri commerciali. Atteso era il ripescaggio dell’idea di sottoporre a referendum la realizzazione della tangenziale sud, e anche sull’ambiente si è voluto fare una precisazione, riferita al modello “rifiuti zero”. Zagni ha accettato di correre come vice di Malvezzi, mentre la terza stampella del centrodestra, Fratelli d’Italia, pur avendo partecipato agli incontri non ha ancora definitivamente sciolto la riserva: «Voglio prima garanzie di discontinuità con la vecchia politica fatta di sotterfugi e tranelli», ci dice Marcello Ventura. Come riesca ad averla, questa garanzia, non è chiaro, ma è normale che anche loro cerchino di farsi desiderare prima di apporre, inevitabilmente, la loro firma.
Chi certamente non farà parte dell’alleanza sono gli ex Forza Italia Mino Jotta, Fabio Bertusi e Ferruccio Giovetti: già scalzati dal partito da Salini e Malvezzi, ritengono umiliante sottoscrivere ora l’appoggio agli stessi. Sempre più probabile che, uscendo da Lombardia Ideale (costola della Lega creata dal presidente lombardo Fontana che certamente non intende produrre lo strappo), si presentino candidando sindaco Giovetti. A quel punto, sarà assai interessante conteggiare i voti disgiunti, di coloro cioè che voteranno la propria lista e Giovetti, non Malvezzi, sindaco.
Intanto nulla si sa della conferenza stampa del centrodestra che avrebbe dovuto già essere convocata. Assenze per week end, ci si giustifica, fatto sta che si va alla settimana prossima. 
In tutto questo, Galimberti si frega le mani, ben sapendo che il ritardo accumulato dagli avversari e i litigi interni, assopiti solo dalla voglia di togliergli lo scettro, rischia di costare moto caro. Ma quanto compenserà il vento leghista che si è abbattuto sull’intero Paese? Oltre a Malvezzi e Galimberti, candidati certi sono Luca Nolli del Movimento 5 Stelle e Francesca Berardi per “Cremona cambia musica”, che rappresenta la sinistra che non è voluta scendere a patti con gli amministratori uscenti. 

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