Arriva lo scontrino digitale Le novità per i commercianti

COMMERCIO • Per gli esercenti con volume d’affari oltre 400mila € si parte il 1° luglio, gli altri nel 2020 


federico pani 

Dal 1° luglio 2019, gli esercenti con un volume d’affari annuo superiore ai 400mila euro diranno addio allo scontrino tradizionale: a stabilirlo è stato il decreto 119/2018, contenuto nella legge di Bilancio di quest’anno. Tutto bene, sennonché dal 1° gennaio 2020 questa regola varrà per tutti. Sparirà lo scontrino? No: diventerà (anche) digitale. Il motivo è che l’Agenzia delle entrate è interessata alla creazione di un canale di trasmissione dei dati fiscali più diretto possibile, completamento ideale dell’introduzione della fatturazione elettronica. E dunque ai commercianti spetterà l’onere di acquistare un registratore di cassa digitale o integrare quello in loro possesso con un software specifico. 
Chi esercita il commercio al minuto, e non è tenuto ad emettere la fattura, potrà godere di una detrazione del 50% sull’acquisto del nuovo registratore di cassa (con un tetto massimo di 250 euro) o un contributo di 50 euro per integrare quello in possesso. Dati che sembrano già configgere coi costi effettivi: 800 euro per i registratori nuovi e 150 per adattare quelli già in possesso, come dichiarato dai commercianti che si sono portati avanti. Tutto questo, inoltre, se l’acquisto non verrà posticipato oltre il 2019. Ad ogni modo, la detrazione tornerà comunque nelle casse dell’Agenzia delle entrate: potrà essere usata per scontare l’Iva del mese successivo all’acquisto. 
Le categorie che sono già escluse dall’obbligo potranno dormire sonni tranquilli: edicolanti, tabaccai, tassisti, biglietterie, rivenditori di carburante, notai, venditori di caldarroste (o altri prodotti agricoli), coloro che somministrano alimenti in mense aziendali e scolastiche, venditori di bevande e panini negli stadi e nei teatri, agenzie di viaggio, farmacie comunali, sarte e calzolai, arrotini itineranti, gondolieri di Venezia, stabilimenti balneari (a meno che non somministrino bevande o cibi) non saranno sottoposti all’obbligo dello scontrino digitale. 
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha spedito una lettera al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, con l’obiettivo di rinviare, perlomeno, la prima scadenza al 1° gennaio 2020, paventando il possibile caos, che desta già molta preoccupazione nel popolo dei commercianti. Chi, con ogni probabilità, nemmeno si accorgerà della novità sarà il consumatore: gli sarà comunque rilasciata una pezza come giustificativo per fini fiscali – se integrato, per esempio, con il codice fiscale e la partita Iva o nell’ambito della detrazione dei costi attraverso il modello 730 – e sarà comunque sempre valido per le sostituzioni e le garanzie. 

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