Benessere, Cremona 25esima Bene in servizi, male in salute

LA CLASSIFICA • Il Sole 24 Ore ha preso in considerazione dodici indicatori: dalle patologie alla diffusione di farmaci e assistenza 


VANNI RAINERI 

L’attaccante inglese Gary Lineker disse un giorno: «Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine vince la Germania». Non è sempre così (con gli inglesi però spesso), ma faceva effetto. Ecco, alla stesso modo oggi potremmo dire: «Il sondaggio sulla qualità dei territori è semplice: si fanno le classifiche delle 107 province italiane e alla fine vince Bolzano». E’ andata in questo modo anche nell’ultima, interessantissima, indagine del Sole 24Ore che ha fotografato la salute degli italiani nelle 107 province attraverso 12 indicatori. E come avviene sempre per le graduatorie di reddito e di qualità della vita, a vincere è Bolzano. Per il resto, decisamente bene le province lombarde, con Cremona che strappa un forse insperato 25° posto, pur tra luci e ombre. 
I 12 indicatori riguardano le patologie presenti nei territori, anche attraverso la diffusione dei farmaci, ma anche la qualità dei servizi. Sono questi: tasso di mortalità (standardizzato per 10mila abitanti), mortalità per tumore (morti ogni 1000 abitanti dal 2012 al 2016), mortalità per infarto miocardico acuto (morti ogni 1000 abitanti dal 2012 al 2016), aumento delle speranze di vita (incremento dell’età attesa alla nascita dal 2002 al 2017), consumo di farmaci per asma e bpco, per 107 diabete e per ipertensione (unità minime pro-capite consumate), medici di base (professionisti di medicina generale ogni 1000 abitanti), pediatri (professionisti attivi ogni 1000 abitanti da 0 a 15 anni), geriatri (professionisti attivi ogni 1000 abitanti over 65 anni), ricettività ospedaliera (numero di posti letto ogni 1000 abitanti) ed emigrazione ospedaliera (dimissioni di residenti nella provincia avvenute fuori regione in %). Gli spunti di riflessione sono davvero molteplici. Partendo dagli ultimi parametri, ad esempio, emerge che Isernia è al primo posto nella ricettività e all’ultimo nell’emigrazione: vale a dire che nella provincia molisana ci sono 6,5 posti letto ogni mille abitanti (quasi il triplo rispetto a Lodi), ma il 30% degli abitanti viene dimesso in altre regioni, quasi 20 volte il dato di Bergamo. 
Proprio nell’emigrazione ospedaliera emerge la Lombardia, che piazza 6 province nelle prime 6 posizioni. Vediamo il comportamento di Cremona, che è evidenziato anche nella tabella in alto, nella quale è possibile fare il confronto con le 7 province confinanti. I tre indicatori della mortalità presentano un quadro molto negativo: siamo tra l’80° e il 90° sia per tasso di mortalità che per mortalità per tumore e per infarti miocardico acuto. La speranza di vita è decisamente aumentata (4° posto in Italia, con quasi 4 anni in più negli ultimi 15 anni). E veniamo ai tre parametri che riguardano i farmaci: siamo al 65° posto per asma e bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva), al 24° posto per diabete e al 79° per ipertensione. Precisiamo che la posizione alta evidenzia la qualità, quindi può riguardare il valore assoluto più alto o più basso. Altri tre sono gli indicatori della presenza di medici. Quelli di base sono pochi: uno ogni 1232 abitanti, a Nuoro sono quasi il doppio. 
Un po’ meglio i pediatri, che sono uno ogni 571 bambini da 0 a 15 anni (a Cagliari sono addirittura uno ogni 206 bambini). Ma è nel numero di geriatri che siamo imbattibili: ne abbiamo uno ogni 1.134 over 65, quando a Lucca sono uno ogni 23.538. Nessuno in Italia ne ha più di noi. Infine le già citate ricettività ed emigrazione ospedaliera, che ci vedono al 15° e 19° posto, segno che da Cremona ci spostiamo raramente fuori regione (ma è lecito pensare che le regioni più piccole siano più penalizzate dall’indagine) e siamo piuttosto attrattivi per i non lombardi. Complessivamente, ci confermiamo tra i più “fortunati” quando non è assolutamente scontato: si pensi che a fronte del nostro 25° posto in Italia, Mantova è solo all’84° pur essendo in Lombardia, e Piacenza ad- dirittura al 94° posto, tra i peggiori in Italia. 

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