Campi e colture rovinate Il maggio del maltempo

CLIMA • Il bilancio di un agricoltore e di un apicoltore: pioggia e grandine hanno dimezzato la produzione 


VANNI RAINERI 
«Non può piovere per sempre», tranne a maggio 2019 ironicamente ribattezzato “maggembre”. Già, perché il mese che si è appena concluso è stato il più freddo degli ultimi sessant’anni. Ombrelli sempre aperti, temperature al di sotto della media stagionale e l’estate che si lascia desiderare. Negli ultimi trenta giorni, la bassa pressione non ci ha dato tregua e la situazione meteorologica, assolutamente anomala, ha letteralmente flagellato il nostro Paese, da nord a sud. A farne le spese è stato principalmente il settore agricolo, messo in ginocchio dalla pioggia e dalla grandine che hanno provocato danni ai terreni, causando ritardi nella raccolta delle coltivazioni e il dimezzamento della produzione di molte colture. Il bilancio nazionale di questa pazza primavera è stato tracciato da Coldiretti, secondo cui la persistente ondata di maltempo dell’ultimo periodo ha provocato nelle campagne italiane danni superiori ai 10 milioni di euro. Coldiretti ha rilevato pesanti danni a frutta, cereali e ortaggi, a partire da insalate e radicchi, senza dimenticare lo stop forzato delle attività di semina di prodotti come i piselli e di quelle di trapianto dei pomodori. Particolarmente critica la coltivazione del pomodoro nelle province di Cremona e Mantova, dove le precipitazioni atmosferiche hanno rallentato le operazioni nei campi, rischiando così di compromettere la produzione finale.
«Per quanto riguarda il pomodoro – dichiara Piercarlo Barilli, agricoltore di Casalmaggiore – siamo in ritardo di almeno due settimane, rispetto alla tabella di trapianto, per effetto dell’eccesso di acqua accumulata nei terreni. La preoccupazione più grade è legata alle pianticelle che, con grande fatica, abbiamo già seminato all’inizio della stagione nelle campagne. Queste piantine hanno affrontato per parecchi giorni pioggia e freddo, condizioni che hanno creato problemi di asfissia e che hanno bloccato la crescita Credo che per queste il recupero sarà ben difficile, mentre è facile, purtroppo, ipotizzare che esse daranno una resa nettamente inferiore. Possiamo solo confidare che finalmente arrivi il bel tempo»
Nel mese di giugno, infatti, dovrebbe ritornare stabilmente l’alta pressione, con il conseguente innalzamento delle temperature. Con l’arrivo del sole parte anche la corsa alle semine di mais, soia, leguminose e patate, oltre che ai trapianti di pomodoro e melone. Sarà fondamentale anche la raccolta del foraggio da destinare all’alimentazione degli animali: Coldiretti Cremona ha stimato che finora almeno il 40% di erba medica, loietto e prati stabili è rimasto in campo e si teme anche un calo di produzione del mais. La svolta meteo è importante anche per le api, in sofferenza, con la produzione di miele praticamente azzerata dal maltempo che ha compromesso molte fioriture e impedito la raccolta del nettare. 
«Forse questa è l’annata peggiore per il miele di acacia – conferma l’apicoltore cremasco Gabriele Nichetti. Con la produzione siamo sotto del 75% rispetto alla media. La fioritura dura 10-15 giorni e stavolta è capitata proprio nel periodo peggiore per temperature e condizioni meteo. Speriamo di rifarci con l’amorpha, che si trova lungo i fiumi Serio e Adda e, a giugno, con il tiglio». Secondo le previsioni l’estate è ormai alle porte. Non ci resta che aspettare.

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