«Quando a quarant’anni ti senti inadatto, diversamente giovane»

ETA’ • Per alcuni avviene oltre i trent’anni, per altri dopo: ci si guarda intorno e le priorità sono cambiate 


VANNI RAINERI 
I non più giovani capiscono bene di cosa stiamo parlando. E’ quel momento in cui da giovane ad un certo punto inizi a sentirti “diversamente giovane”, vale a dire diverso dai giovani, inadatto. Per meglio dire: inadeguato. Possiamo chiamarla l’età in cui si inizia ad invecchiare, e dato che l’invecchiamento è soggettivo, possiamo farla coincidere con la prima volta in cui ci siamo sentiti vecchi per stare in un certo posto, che sia una festa, una discoteca o un altro contesto simile. Improvvisamente ci si accorge che la gente attorno è in gran parte più giovane, ci si sente vecchi per agganciare una ragazza temendo la reazione con un diverso imbarazzo, si nota che gli altri sono integrati a vicenda mentre a noi non basta esporre il nostro navigato sorriso per evitare del tutto il disagio. Oltre all’inadeguatezza, gioca anche la scelta delle priorità che inizia a cambiare, come quella sera in cui ti prepari per uscire poi guardi il divano e ti viene una strana voglia di privilegiarlo all’uscio di casa. A detta di chi ha studiato il fenomeno, si tratta di un processo irreversibile: quando scatta è una vera e propria sentenza: si è diventati adulti, cioé vecchi per i giovani che si è sempre stati. Ma chi ha studiato il fenomeno? Ci hanno provato nella terra di Albione, dove hanno addirittura stabilito l’età in cui si verifica questa situazione: accade a 37 anni. Ovviamente si tratta di un’età media: per alcuni avviene già poco oltre i trenta, per altri, i soliti viveurs, molto oltre: ciò non toglie che si possa sembrare vecchi agli occhi degli altri, ma noi non ce ne rendiamo proprio conto. Per chi non ha ancora vissuto questo momento fatidico, diciamo subito che non ha solo lati negativi: in fondo ci si rende conto col tempo che quei comportamenti che ci fanno sentire a disagio non hanno su di noi l’appeal di un tempo, e ne scopriamo altri che iniziano a farci stare meglio, con noi e con gli altri. Torneremo spesso a desiderare i momenti in cui ci muovevamo con disinvoltura dalla pista da ballo ai divanetti, dal bancone del bar per bere un drink al gancio di quella tipa (o quel tipo) che ti guardava in quel modo... Ma la verità è che quel tempo è ormai storia.Stando ai risultati della ricerca britannica, ad un certo punto si inizia a fare i conti con la spesa necessaria per uscire, oltre che con la noia che aumenta. Se poi ci sono figli di mezzo, c’è da pensare alla babysitter. Da buoni inglesi, si deve fare i conti anche con la sbornia, che a vent’anni si supera con disinvoltura ma a una certa età le cose cambiano. Ci si sente inadeguati anche a presentarsi ubriachi in quei locali pubblici in cui qualche anno prima si condivideva lo stato penoso della sbornia con altri ragazzi nelle stesse condizioni, senza curarsi dell’aspetto o dei pensieri altrui. Cambiano poi molte cose, dalla curiosità dei vent’anni che diventa insofferenza alla cerchia di amici che condividono spesso con noi il passaggio all’età adulta. Con l’aumentato senso di responsabilità cambiano anche i nostri orizzonti, e spesso le convinzioni politiche. In fondo, basta accettare con serenità il cambiamento, seppur forte, apprezzandone i lati positivi. Il passato sarà fatto di storie da ricordare coi vecchi amici. 

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