Autostrade, rincari solo dopo l’estate

SERVIZI • Una buona notizia per i consumatori. Un ammiccamento al Governo nella guerra delle concessioni? 


benedetta fornasari 

Aumentano le tariffe telefoniche e dell’energia elettrica, ma non quelle delle strade a pedaggio. Buone notizie per gli italiani che, in partenza per le vacanze estive, dovranno imboccare il casello autostradale. Autostrade per l’Italia, società che gestisce circa la metà della rete totale nazionale, ha posticipato i rincari, inizialmente previsti con decorrenza 1° luglio, al prossimo 15 settembre. Il motivo? Non pesare sulle tasche degli automobilisti e chissà magari anche strizzare l’occhio al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli con cui prosegue il braccio di ferro dopo la tragedia del crollo del Ponte Morandi. 
Seppur momentaneamente scongiurato l’incremento dei costi per chi viaggia in autostrada, negli ultimi giorni sono tornati al centro dell’agenda politica del Governo i temi delle tarife e delle concessioni autostradali. L’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) – costituita nel 2011 - sta lavorando a un nuovo sistema tariffario sulla base del quale il Ministero delle Infrastrutture stabilirà, a seguito di trattative con i gestori, i costi autostradali e i vincoli per le società di gestione. 
La revisione del modello tariffrio, in seno al decreto Genova approvato nell’autunno passato, prevederebbe principalmente due criteri di determinazione della tariffa: il recupero di efficienza e gli investimenti, a cui si potrebbe aggiungere, come già avvenuto per l’autoBrennero, la componente ambientale con lo scopo di ridurre l’inquinamento atmosferico causato dalle emissioni dei gas di scarico in particolare dei mezzi pesanti e dei motori diesel.
La volontà è quella di uniformare le tariffe e le condizioni che regolano i rapporti tra Stato e società concessionarie nell’ottica di una riduzione dei costi, di un miglioramento del servizio con maggiori investimenti in termini di manutenzione, sicurezza e realizzazione di infrastrutture stradali con il supporto dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali ANSFISA, istituita il 1° dicembre 2018. 
Invertire dunque il sistema attuale, costituito da ben sei regi- mi diversi di regolazione dei prezzi autostradali, per garantire maggiore trasparenza e l’effettiva attuazione dei Piani economico finanziari che, in parte, determinano anche la durata delle concessioni. Adeguare e rimodulare i pedaggi, in modo programmato e nell’ottica di una maggiore efficienza gestionale, secondo il principio economico del price cap che prevede, nel corso degli anni, un abbassamento dei pedaggi man mano che i costi degli interventi sostenuti dai gestori iniziano ad essere ammortizzati. Una stretta sulle convenzioni autostradali per evitare profitti “incontrollati” e rincari ingiustificati, ma anche un costante monitoraggio degli investimenti effettivamente realizzati. 
L’associazione dei consumatori Codacons difende la riforma varata dalla Autorità di regolazione dei trasporti, mentre piovono critiche da Aiscat, l’associazione dei titolari di concessioni autostradali, che ne denuncia l’illegittimità, definendola un atto “blocca-cantieri”. 
Nel frattempo, il ministro Toninelli ha nuovamente annunciato di essere al lavoro per revocare la concessione a Autostrade per l’Italia, come ripetutamente dichiarato nell’ultimo anno a seguito della drammatica vicenda del viadotto Morandi di Genova.



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