CREMONA • Nuovo tassello nell’inchiesta Cremona Dissing, nei guai altri ragazzi minorenni
L’operazione dei carabinieri di Cremona, che avevano smascherato una baby gang che aggrediva decine di giovanissimi fisicamente e sui social, qualche settimana fa era diventata un vero e proprio caso nazionale. Ora, alla vicenda, si aggiunge un nuovo tassello. I militari di Cremona, guidati dal maggiore Rocco Papaleo, hanno arrestato un altro componente della gang “Cremona Dissing” e identificato altri quattro membri del branco. Tra fine giugno e inizio luglio erano finiti nei guai sette giovani, destinatari di misure cautelari – quattro in carcere e tre ai domiciliari – ed erano state eseguite diciotto denunce. Questa volta la misura è scattata nei confronti di uno studente 15enne, nato e residente a Cremona, accusato di rapina in concorso, lesioni aggravate in concorso e violenza privata. Insieme ad altri quattro ragazzi, già finiti nei guai, il 15enne lo scorso 19 aprile alla “Centrale del latte”, un locale cremonese, aveva sottratto il cellulare a uno studente 18enne. I carabinieri hanno denunciato anche altri quattro giovani, tre di 16 e uno di 15 anni. Il GIP ha sottolineato la particolare gravità del reato commesso. I minori avrebbero agito con violenza, nell’ambito di un’azione coordinata, e si sarebbero avvalsi della particolare capacità intimidatoria data dal numero delle persone. Le loro aggressioni sarebbero state tutte premeditate, svolte secondo una procedura ben definita. Il “branco” accerchia la vettura delle vittime, inizia una serie di provocazioni, impedisce loro di allontanarsi, apre il baule, le portiere cercando di fatto la “merce” da sottrarre. E quando uno dei ragazzi scende dal veicolo, per allontanare chi impedisce più da vicino una manovra in sicurezza del mezzo, lo aggrediscono in gruppo violentemente, e sottraggono il bene a loro più “prezioso”, il cellulare di ultima generazione. Poi mettono a segno la rituale “jumpata”. Nei giorni scorsi si era parlato molto della baby gang cremonese, erano emerse alcune conversazioni di WhatsApp dei ragazzi finiti nei guai, nelle quali si leggevano minacce e avvertimenti: «Datemi i soldi perché altrimenti chiamo gente pericolosa e vi potrebbero capitare cose non belle, cose davvero molto brutte». E ancora: «Fate saltare fuori i soldi subito, che altrimenti finisce male, finisce che vi ammazziamo di botte». Una lunga ondata di violenza iniziata a dicembre. Il quartier generale della baby gang era una pagina Instagram, Cremona Dissing. Lì, in quella piazza virtuale, le aggressioni finivano sotto gli occhi di tutti, come trofei da mostrare in bellavista. I carabinieri hanno fermato il clan prima che diventasse davvero troppo tardi. E il cerchio intorno al branco, ora, comincia a stringersi.
Commenti
Posta un commento