A dare l’esempio Jessica Lazzarini. il gruppo esce ogni settimana
Altro che cacciatori di fantasmi, altro che ghostbusters. I trashbusters (cacciatori di rifiuti) sono a Casalmaggiore e quel che raccolgono è tutt’altro che immateriale. Da un anno abbondante, con cadenza settimanale, monitorano la golena e i quartieri cittadini per rendere l’ambiente più decoroso. L’iniziativa è partita da Jessica Lazzarini, che ci racconta l’esperienza.
«Ho iniziato da sola un anno e mezzo fa a Martignana Po, poi si sono uniti a me alcuni volontari del gruppo di protezione civile Le Aquile, tra cui Maurizio Stradiotti, che ha avuto anche l’idea del nome, e abbiamo creato il gruppo. Oggi è composto da 6 volontari fissi: oltre a noi due ci sono Rita Cannone, Lara Giordani, Cesarino Rosa e sua moglie Maria Teresa. A volte si aggiungono altre persone, a volte siamo anche in due, ma lo facciamo una volta a settimana, con la sola pausa di Ferragosto».
Avete una pagina Facebook, Trashbusters La Bassa, per promuovere le vostre iniziative, nel quale sono segnalati anche casi di comportamenti incivili.
«Sulla pagina creiamo l’evento e invitiamo i volontari. Certo non inseguiamo le persone, chi aderisce con piacere ben venga».
In che zona operate?
«Fino ad ora nell’area di Martignana Po e negli ultimi tempi a Casalmaggiore. Spesso siamo al Lido Po,fino alla Baia, una zona martoriata perché molto frequentata: abbiamo trovato anche un vetro rotto proprio sotto i giochi dei bambini. Poi via Cairoli, nella zona delle case popolari, l’argine maestro fino alla Canottieri Eridanea, abbiamo ripulito la rotonda e lo spartitraffico del ponte sul Po, via delle Fornaci. Insomma un po’ tutta la città. Spesso poi torniamo sul posto».
Già, perché gli incivili sono sempre in azione.
«La golena è però l’area che privilegiamo, anche perché alla pulizia periodica in città pensano gli amministratori. Noi siamo di supporto a loro, che non possono fare tutto. Vogliamo anche rappresentare una spinta per arrivare a nuove adesioni, e anche per sensibilizzare i cittadini a usare i cestini».
Il vostro esempio dovrebbe bastare a rendere visibile la bellezza di un ambiente pulito e a far vergognare chi lo deturpa.
«L’automatismo dovrebbe scattare, ma tante persone si comportano gettando a terra di tutto, soprattutto mozziconi, in modo automatico: spesso li lanciano accesi dai balconi».
Ci sono persone che si aggiungono al gruppo?
«Per ora siamo sempre noi, ma la cosa bella è che spesso la gente che mi vede mi ferma dicendo di pulire da soli l’area pubblica vicina alla propria casa. Ad esempio ora sono in via Baldesio dove una signora cura i vasi posati dal Comune che sono lungo la via, innaffiandoli e tenendo ordinato tutto».
Siete in contatto con altri gruppi locali?
«Non facciamo parte di una rete, ma seguiamo con amicizie i volontari che operano sul Chiese e sull’Oglio: ogni mese raccolgono carrette di materiale sulle rive».
Voi che trovate di solito?
«Mi è capitata una porta in legno marcia al Lido Po, un paio di mutande sulla rotonda del ponte, abiti rotti, scarpe dietro al cimitero, cartoni di pizze nel fosso, una latta contenente pittura secca. Un po’ di tutto».
Avete pensato a una presenza nelle scuole per educare i più giovani e non essere come i loro genitori? «Ne ho parlato con Maurizio e stiamo valutando come operare, perché già nelle scuole è presente l’opera meritoria di Casalasca spa che organizza gruppi di lavoro per parlare della raccolta. Vogliamo studiare assieme a Casalasca spa la migliore maniera per contribuire senza sovrapporci: potremmo proporci come a titolo volontario per non distogliere i dipendenti dalla loro attività in ufficio».
Vanni Raineri
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