La missione della Vanoli: confermarsi ai vertici

BASKET serie A
undicesima avventura in serie A
Dopo il secondo posto in regular season e soprattutto
la vittoria in Coppa Italia, la Vanoli ha cercato di allestire un roster per restare nelle prime posizioni della classifica 


Fabio Varesi
Confermarsi ad alti livelli. E’ questa la missione della Vanoli nell’undicesima avventura consecutiva in serie A. La squadra di coach Sacchetti riparte dal secondo posto in regular season e soprattutto dalla prestigiosa vittoria in Coppa Italia, che ha nobilitato una piazza ormai storica della massima serie. Guai però ad adagiarsi sugli allori, perché il passato recente ci insegna che ogni stagione è diversa dall’altra e che si deve sempre ripartire da zero o quasi. Nessuno, infatti, dimentica che dopo il quarto posto raggiunto nel 2016 con Pancotto, i biancoblu hanno steccato completamente la stagione successiva, terminando all’ultimo posto. La retrocessione in A2 rischiava di concludere la bella favola iniziata nel 1999 a Soresina, ma la dea bendata ha deciso di premiare la serietà della società, beneficiandola del ripescaggio. Da allora, sotto la sapiente guida di Sacchetti e con le scelte azzeccate della dirigenza, la Vanoli è andata sempre in crescendo e la speranza è che l’ascesa continui. Nota sicuramente positiva è la conferma di una base solida del roster, formata da un talento in grande crescita come Saunders e da due sicurezze in regia come Diener e Ruzzier. Sono rimasti anche il play Sanguinetti e l’ala Gazzotti per aumentare le rotazioni, oltre alla guardia Stojanovic, che ha ancora due anni di contratto e che deve finalmente mettere a frutto tutto il suo talento. Il resto del roster, per la prima volta allungato a 12 elementi, è formato da nuovi giocatori, alcuni dei quali sono un’autentica scommessa. Il fatto, però, che siano stati ingaggiati in tempi brevi, dimostra che da mesi erano seguiti dalla società e che quindi sono stati valutati con attenzione. Del resto, quanto hanno fatto Saunders, Crawford e Mathiang la scorsa stagione, malgrado fossero sconosciuti ai più, rappresenta una garanzia sulla valutazione dei nuovi arrivati. Purtroppo, due pilastri della scorsa stagione come Crawford e Mathiang hanno scelto contratti più ricchi, anche se speravano forse di approdare in società più blasonate, rispetto alle due franchigie turche che li hanno ingaggiati. Non sarà facile ripetere le imprese dell’ala americana, mvp della regular season e della final eight di Coppa Italia, ma è giusto dare fiducia ai vari Tiby, De Vico, Palmi e Akele, tutti e quattro in grado di garantire un buon bottino di punti. Lo stesso discorso vale per il centro Darrell Williams, che non ha la stazza di Mathiang, ma che vanta statistiche e qualità tecniche che sulla carta ben si adattano al gioco veloce di Sacchetti. Non resta che attendere i primi riscontri del parquet ed in particolare l’esordio ufficiale in Supercoppa, il 21 settembre alle ore 18 a Bari contro Banco di il Sardegna Sassari, in una sfida che ha rischiato di essere la finale dei playoff. I sardi del confermatissimo Pozzecco hanno perso due pilastri come Thomas e Cooley, ma puntano ancora su elementi di valore
come Polonara, Pierre e Gentile, ai quali si sono aggiunti Michele Vitali, Curtis Jerrells e il centro croato Bilan (213 centimetri). Insomma, una squadra che sarà dura da battere per tutti. 
Il mercato degli altri Dando un’occhiata alle altre squadre, alle due favorite Milano e Venezia si è aggiunta l’ambiziosa Virtus Bologna. Partiamo dalla grande delusa della scorsa stagione: l’Olimpia Milano. Tagliato coach Pianigiani e sostituito da Ettore Messina, la società ho preferito non azzerare tutto, confermando otto elementi (Nedovic, Micov, Brooks, Tarczewski, Gudaitis, Cinciarini, Burns e Della Valle) e aumentando il livello qualitativo della squadra con gli arrivi di Moraschini, Rodriguez, White, Biligha, Roll e Mack. Impossibile non ritenere Milano favorita, considerando anche che sarà guidata da un vincente come Messina. Anche la Reyer Venezia campione d’Italia ha confermato quasi tutti (coach De Raffaele, Watt, Daye, Bramos, Stone, De Nicolao), Mazzola, Vidmar, Tonut e Cerella), rinunciando solo a Marquez Haynes e a Paul Biligha. Ma grazie agli arrivi di Udanoh, Filloy e Chappell, più dire la sua sia in campionato, che in Europa. La terza big è la Virtus Bologna, che dopo aver fallito i playoff (delusione compensata dal successo in Champions League), ha rivoluzionato il roster, affidato ancora a Djordjevic. Sono rimasti a Bologna solo Pajola, Cournooh e Baldi Rossi, mentre sono stati ingaggiati Nikolic, Ricci (dalla Vanoli), Weems,Gaines, Gamble, Hunter, Markovic e soprattutto Teodosic, play serbo reduce dall’esperienza in Nba. Un giocatore
che può far fare il salto di qualità alla Virtus, anche se è attualmente infortunato e ha dovuto saltare i Mondiali. Ma la società ha assicurato che sarà pronto per l’inizio della stagione. Come sempre accade nel nostro campionato, ci saranno delle sorprese, anche se il divario tra le big e le formazioni di seconda fascia sembra aumentato. Di sicuro ci sarà bagarre per l’accesso ai playoff e per evitare la retrocessione in un campionato a 17 squadra (a causa della mancata esclusione di Avellino), che prevede due retrocessioni. Difficile prevedere chi rischierà la serie A2, ma dando un’occhiata ai roster, alcune squadre che la scorsa stagione si sono salvate in extremis come Pistoia e Pesaro, dovranno ancora lottare duramente per salvarsi, insieme alle tre neopromosse Roma, Fortitudo Bologna e Treviso, che malgrado il blasone, non sembrano attrezzate per puntare alle zone medio-alte della classifica, Proprio la De’ Longhi Treviso sarà la prima avversaria della Vanoli, alla 2a giornata visto che all’esordio i biancoblu osserveranno il turno di riposo. Un piccolo vantaggio, perché concederà alla squadra di Sacchetti qualche giorno in più di riposo dopo le fatiche di Supercoppa. I veneti sono allenati ancora da Max Menetti, che dopo aver confermato sette protagonisti della promozione (tra i quali il veterano Logan), hanno ingaggiato Parks, Fotu, Nikolic e Turner (ex Vanoli). Basterà per salvarsi? 

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