Bella la Terra vista con gli occhi dei più giovani

FRIDAYS FOR FUTURE A CREMONA


Vanni Raineri

L’urlo degli scienziati non lascia spazio al dubbio. Non parliamo della giovane Greta, ma dell’allarme lanciato proprio questa settimana dall’Onu: i governi devono adottare da subito il taglio immediato delle emissioni di gas serra, per evitare uno scenario da incubo. In particolare i ghiacciai perdono ogni giorno parti cospicue della loro massa, e lo vediamo anche noi in Italia, dove il ghiacciaio di Courmayeur minaccia di far scivolare a valle 250mila metri cubi di ghiaccio. E poi c’è lei, Greta, la vera influencer del mondo moderno.

Ieri si è celebrato nelle piazze di tutto il mondo un appuntamento ormai tradizionale, la mobilitazione di Fridays for future, che ha visto gli studenti riempire le piazze (anche a Cremona, come mostrano le foto in pagina). Noi grandi li abbiamo guardati con un sorrisetto misto di cinismo e disillusione: in fondo di nuove generazioni che vogliono cambiare la storia ne abbiamo già viste passare. Lo stesso sorrisetto che riserviamo a Greta Thunberg. Eppure senza di lei non staremmo tutti a parlare di un fenomeno il cui allarme è stato lanciato da tempo da chi di dovere, senza che lo prendessimo troppo sul serio. Greta non è che l’emblema della lotta, ma la sua è una carica simbolica deflagrante, ha una funzione trainante che il migliore scienzato non potrebbe avere. Viso imbronciato, linguaggio spietato, nessuna inclinazione a compiacere i potenti, gli ingredienti ci sono tutti, ma sarebbe sbagliato addossare a lei la battaglia. E’ una figura divisiva, ma la battaglia ecologica non dovrebbe dividerci. In passato abbiamo costruito nuove abitudini, si sono registrati miglioramenti ma non basta: la sensibilità ambientale deve essere di tutti. A cercare di dare il buon esempio sono oggi i paesi più sviluppati, ma il 90% della plastica che avvelena gli oceani arriva da Cina e India, che guarda caso non figurano tra i paesi che si sono impegnati al summit dell’Onu a New York a ridurre le emissioni di carbonio. Viviamo un quadro in cui la scienza ha cancellato il negazionismo climatico: non tutti sono d’accordo chedietro al surriscaldamento ci sia la mano dell’uomo (Rubbia docet) ma nessuno ormai discute il fenomeno, e la necessità di fare qualcosa per arginarlo. In questo quadro appare fuorviante discutere la figura di Greta, osservare il dito invece della luna. Non va a scuola e dovrebbe farlo, è manovrata, è ridicola quando viaggia in nave e non in aereo: ma che importa? Essendo un simbolo, in tale maniera va considerata, anche quando guarda con disprezzo in faccia ai potenti del mondo. Quanto alla manifestazione di ieri, il ministro Fioramonti ha invitato tutti i dirigenti scolastici a giustificare l’assenza degli studenti. Una scelta che ha fatto discutere (ad esempio in Francia tanti dirigenti hanno negato l’autorizzazione chiedendo agli studenti di contribuire alla causa comune organizzando gruppi di lavoro). In effetti c’è un po’ di ipocrisia in uno stato che favorisce uno sciopero fatto proprio contro la sua incapacità di agire. E poi è giusto che sia lo stato a dirci su cosa possiamo scioperare? In ogni caso è importante che la scuola possa prevedere profonde discussioni sull’argomento. Quisquilie, rispetto al tema di fondo. Dobbiamo domandarci, soprattutto noi adulti, se siamo o no disposti a rinunciare a una parte del progresso, a mettere le esigenze del pianeta davanti al rilancio dell’economia e alla pesantezza del nostro debito pubblico. A quali promesse dei nostri politici saremo più sensibili? Possiamo accettare il fatto che i giovani sanno vedere la realtà con occhi nuovi, mentre noi viviamo nella convinzione (inconscia o meno) che sia possibile una crescita economica eterna. Non possiamo restare inerti e i più giovani l’hanno capito. Hanno trovato il loro Sessantotto, e un giorno diranno che ne sarà valsa la pena. 




il punto di vista: Greta sa che questo pianeta è l’unico che noi abbiamo


“L'anno 2078 celebrerò i miei 75 anni, se avrò figli, forse passeranno quella giornata con me. Forse mi chiederanno di voi, forse mi chiederanno perché voi non abbiate fatto nulla, mentre c'era ancora il tempo per agire. Voi dite di amare i vostri figli sopra qualsiasi altra cosa, eppure state rubando il loro futuro proprio davanti ai loro stessi occhi. [...] Voi avete finito le scuse, e noi stiamo finendo il tempo”. Strano a dirsi, ma questa parte di un discorso che Greta Thunberg, una ragazza svedese di 17 anni, ha pronunciato lo scorso anno al vertice delle nazioni Unite sui cambiamenti climatici, mi ha scosso in profondità. Io, nel 2078, avrei 120 anni. È chiaramente una prospettiva assurda. Greta, e le sue coetanee e i suoi coetanei, saranno vivi, avranno figli e nipoti. Forse. E mi sono detto: magari Greta ha proprio ragione nel dire che noi siamo, nei fatti, ciechi, sordi e indifferenti davanti al cambiamento del clima, perché non toccherà la nostra generazione se non di striscio. Greta, che il 20 agosto 2018, studente di una scuola di Stoccolma, ha deciso di non andare a scuola fino alle elezioni del 9 settembre 2018. Il suo Paese era stato martoriato, durante l’estate, da eccezionali ondate di calore e da incendi boschivi senza precedenti. E’ rimasta seduta davanti al parlamento del suo Paese ogni giorno durante l'orario scolastico: la sua richiesta era che il governo svedese riducesse le emissioni di anidride carbonica, come previsto dall'accordo di Parigi sul cambiamento climatico Il suo slogan era Skolstrejk för klimatet (Sciopero della scuola per il clima). Ne è nato un movimento mondiale di giovanissimi e giovanissime, che ieri ha manifestato in moltissime piazze planetarie, coinvolgendo anche i meno giovani. Greta, che il 23 settembre, alle Nazioni Unite, ha parlato ai potenti della Terra, con la rabbia e la determinazione dei suoi 17 anni terrorizzati di dover vivere in un ambiente ostile e devastato: “Voi tutti venite da noi giovani per la speranza. Come osate? Voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia, con le vostre parole vuote. La gente soffre. La gente muore. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di una estinzione di massa, e tutto ciò di cui potete discutere sono i soldi, e le favole di una eterna crescita economica. Come osate? Da oltre 30 anni la scienza è chiara, cristallina: come osate continuare a guardare da un'altra parte? [...] Voi ci state tradendo. Ma i giovani hanno cominciato a capire il vostro tradimento. Gli occhi di tutte le future generazioni sono su di voi e, se sceglierete di tradirci, vi dico che non vi perdoneremo mai”. Greta, su cui si addensano critiche e anche calunnie: troppo sovraesposta, macchina per fare anche soldi, sfruttata dai genitori, poco credibile anche per la sua malattia; Greta, su cui alcuni media del nostro Paese rovesciano tonnellate di infamie, a partire dalla stupida assonanza del chiamarla “Gretina”. Vai avanti, Greta, non farti intimorire. Dovremmo solo ringraziarti, tu e le tue compagne ed i tuoi compagni. Perché questa Terra è l’unica che abbiamo. 
Francesco Agostino Poli

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