«Giusto coinvolgerci nel governo Abbiamo noi indicato la strada»

POLITICA • Paolo Bodini di Art. 1 giudica l’ingresso di Leu nel Conte bis. «Non sarà facile ma sono ottimista» 

Paolo Bodini
VANNI RAINERI 
Il governo nazionale si sposta decisamente a sinistra, anzi, a detta dell’opposizione di destra questo è il governo più a sinistra della storia repubblicana. L’alleanza inedita tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle ha trascinato anche Liberi e Uguali (il gruppo parlamentare nato dall’alleanza di Art. 1, Sinistra Italiana e Possibile), i cui 4 senatori sono indispensabili per dare maggiori garanzie di maggioranza in un Senato che ha numeri abbastanza risicati. 
Leu ha anche un ministro del governo Conte bis, si tratta di Roberto Speranza, nuovo ministro della Salute. Speranza è coordinatore nazionale di Articolo 1, per questo abbiamo sentito il parere di Paolo Bodini, già senatore, sindaco di Cremona e primario di Medicina Generale oggi in pensione, e tuttora presidente dei Friends of Stradivari. Ma soprattutto, nella fattispecie, membro della segreteria regionale di Art. 1. 

Partiamo con un giudizio sul governo appena formato. 
«Sono moderatamente ottimista. Siamo stati l’unica forza politica ad aver auspicato l’avvicinamento tra Pd e M5S, nonostante gli screzi del passato. Non abbiamo condiviso l’atteggiamento del popcorn  
renziano, speravamo in un tavolo di confronto, e oggi quelle nostre ragioni sono emerse chiaramente. Voglio essere ottimista per il futuro pur nelle difficoltà. Sono molto in sintonia con Pierluigi Bersani: serve la disponibilità per confrontarsi facendo emergere la base comune che è corposa. Il vasto programma di governo lo dimostra

A prima vista è un equilibrio instabile... 
«Questa è una costante della politica italiana, non so quando mai i governi siano stati stabili». 

Leu è stata coinvolta perché i suoi senatori possono fare la differenza. 
«Io dico che sarebbe stato illogico con coinvolgerla nel programma, posto che si tratta dell’unico movimento sempre coerente, così come Renzi è stato incoerente: abbiamo sempre indicato la strada imboccata ora». 

Tra voi e il M5S sembra permangano punti inconciliabili.
«Il programma di 26 punti è omnicomprensivo ma ben orientato verso l’area di sinistra, poi è chiaro che su alcuni temi la convergenza sarà difficile come accade in tutte le coalizioni, ma la cosa non mi spaventa più di tanto. Serviranno mediazioni, ci saranno scogli da superare, ma se Conte, che ora ha un grande potere, prende in mano la situazione può dimostrare la sua capacità di fare sintesi». 

Conte era un perfetto sconosciuto e dopo un anno sembra l’unico indispensabile. Non le sembra una sconfitta della politica? 
«E’ effettivamente un paradosso: da irrilevante a indispensabile, come ha scritto il New York Times. E’ ancora un uomo da scoprire, non ha ancora dimostrato per bene idee e capacità, ma è una persona acculturata, con una solida base giuridica e costituzionale. Insomma non è il Di Maio della situazione, che sarà l’anello debole del governo». 

Per la sua carica parallela di ministro e di leader del M5S?
«Perché non è preparato al ruolo di ministro degli Esteri: sinora non si è mosso bene nello scenario internazionale». 

La questione immigrati resta sullo sfondo, ma Salvini sarà lesto a cavalcarla al primo sbarco. «Certamente è una questione cruciale, serve impostarla in modo corretto. Gli sbarchi non si fermeranno così non si sono fermati con Salvini: lui ha sempre acceso i riflettori sulle navi delle ong, tacendo degli altri sbarchi, molto più numerosi. Il problema è impostare la politica sull’immigrazione coinvolgendo l’Europa». 

Questo lo dicono tutti...
«Sì, ma Salvini a discutere in Europa non ci è mai andato. Oggi c’è una predisposizione al colloquio con l’Europa che lascia intravedere la possibilità di ottenere risultati. Servono politiche di ridistribuzione e di collaborazione vera con gli stati da cui provengono i migranti per creare flussi controllati, da incanalare in una situazione di vantaggio sia per chi arriva sia per chi accoglie. Non è facile, ma nemmeno impossibile da risolvere, certo se si indica l’immigrato come il delinquente non si va da nessuna parte». 

La sinistra chiede la cancellazione dei due decreti sicurezza, il M5S non sembra proprio dell’avviso. «Fortunatamente partiamo dalle osservazioni del Presidente della Repubblica, poi sarà un problema di mediazione per stabilire fin dove si potrà arrivare. Credo che alla fine punti sostanziali saranno modificati». 

Per chiudere, un cenno a Speranza.
«Esprimo la soddisfazione per la nomina del nostro segretario nazionale a capo di un ministero importante, perché la salute è un punto fondamentale del nostro programma. Si vuole rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale che ne ha assoluto bisogno dopo la strisciante privatizzazione di questi ultimi anni, anche ad opera del Pd». Parola di politico. E di medico. 

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