Cerchi un avvocato? Lo trovi su Amazon

IL SERVIZIO • Negli Stati Uniti le aziende possono trovare il loro legale nelle pagine dell’e-commerce e lasciare recensioni




VANNI RAINERI
Amazon sta costringendo pian piano alla chiusura i piccoli negozi. Fortunato chi ha uno studio profes- sionale, come gli avvocati e i commercialisti, penserete voi. Sbagliato. Da qualche giorno il colosso web di Jeff Bezos ha iniziato ad erodere anche il volume di affari di queste categorie. Avviene negli Stati Uniti, che spesso sono lo specchio del mondo che ci attende di qui a qualche anno: mentre a noi europei sembra futuristico il secondment (il “prestito” di un avvocato a un’azienda che lo richiede temporaneamente da parte di uno studio legale), oltre oceano infatti gli avvocati entrano addirittura nel catalogo di Amazon. Per il momento (il servizio come detto è attivo solo da pochi giorni) si tratta di un sistema rivolto alle aziende, cui viene fornita assistenza legale per registrare i marchi e proteggerli. Il tutto con la possibilità, come ogni altro prodotto, di pubblicare da parte del cliente una recensione per esprimere la propria soddisfazione a prestazione ultimata. Non è difficile prevedere che il servizio prossimamente si possa ampliare, estendendosi magari ai privati. Ovvio che il tutto avviene secondo la legislazione americana, ben diversa dalla nostra, che non prevede le stesse possibilità di pubblicizzare il servizio. Sta di fatto che su Amazon sono già presenti studi che offrono la consulenza in varie lingue, compreso l’italiano: al momento sul portale Usa sono presenti solo 11 studi legali, e ben tre di questi sono in lingua italiana. Sempre però riguardo la normativa statunitense, ma l’offerta verrà estesa anche ad altri paesi al di fuori degli Usa. Stessa cosa per la consulenza fiscale e contabile da parte dei commercialisti. Il rap- porto avviene con l’intermediazione di Amazon, che non è responsabile del rapporto tra cliente e professionista. L’assistenza legale diventa dunque un bene di servizio come lo è l’acquisto di un normale elettrodomestico. Il professionista potrebbe temere questa concorrenza spietata, così come potrebbe decidere di sfruttare il business. Un po’ come avviene per qualun-que produttore di beni.Il rischio, afferma un membro dell’Osservatorio Digitale dell’Ordine di Milano intervistato dal Sole 24 Ore, è quello i perdere l’aspetto dell’assistenza, «ma sarebbe anacronistico opporsi». Qualcun altro si dice convinto che il rapporto fiduciario con i clienti rimarrà intatto. Fatto sta che la strada è tracciata. Anche in Italia il web è popolato da diversi siti di studi specializzati che offrono consulenza, certo il passaggio su Amazon rischia di rivoluzionare l’offerta. Il Giornale ha intervistato un avvocato che afferma che non si può equiparare un’attività intellettuale con un servizio commerciale, ma non esclude che l’idea dell’avvocato on demand possa avere i suoi vantaggi. Ma il rischio di un supermercato del diritto, con annessi e connessi, è evidente: ad esempio scarsa qualità del lavoro e rischio relativo al gradimento dei clienti. Ma si potrebbe offrire un servizio agli italiani dagli Usa o le norme lo vieterebbero? Abbiamo sentito cosa ne pensa un avvocato del foro di Cremona, Mauro Nicoli. «Non so - taglia corto il legale -, quel che è certo è che non mi interessano clienti che cercano l’avvocato su Amazon».

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