SCUOLA • Lectio magistralis e dialogo con gli studenti: «La legalità è un mezzo per raggiungere l’obiettivo della giustizia»
«Oggi
non è venuto Luigi Ciotti, io rappresento un noi. Diffidate dei
‘navigatori solitari’. Il cambiamento ha bisogno del contributo di
ciascuno. Una malattia terribile è quella della delega: io assumo la
mia responsabilità. Nella rete di Libera altri se la assumono. Non
siamo cittadini a intermittenza. (...) non fermiamoci in superficie,
scendiamo in profondità. È una sfida culturale e etica in primo luogo.
Per questo il ruolo delle scuole e della cultura è fondamentale». Con
queste prime parole don Luigi Ciotti ha segnato la cifra del suo lungo
dialogo con gli studenti delle scuole di Cremona. La sala dell’IIS
Janello Torriani era gremita, le classi che non hanno potuto accedere
hanno avuto la possibilità di seguire la diretta in streaming dal sito
della scuola o da youtube. La dirigente del Torriani Roberta Mozzi ha
letto il saluto del dirigente dell’UST di Cremona Fabio Molinari che ha
invitato, sulla scia dell’esempio di don Luigi, a «migliorare la nostra
vita e quella degli altri». Non è stata una conferenza, la parola è
passata subito agli studenti che, numerosi, hanno posto le loro domande;
studenti attenti, motivati, che la dirigente Mozzi ha ringraziato con
emozione: «grazie a voi ragazzi e ai vostri insegnanti, soprattutto i
prof Paola Gaudenzi e Paolo Villa che vi hanno guidati in questo
percorso di cittadinanza e legalità». Un ringraziamento poi esteso
anche a Coop che non solo ha sostenuto questo progetto, ma da anni
supporta azioni concrete di lotta all’economia illegale (una su tutte
l’azione Libera Terra, marchio dei prodotti provenienti dai terreni
confiscati alle mafie). Un itinerario di esperienze ricordate
nell’intervento di Nicola Bertoni di 5Amec: dal viaggio in Sicilia tre
anni fa alla partecipazione il 21 marzo 2019 alla commemorazione dei
morti per mafia a Padova, passando per un lavoro di approfondimento
sulle infiltrazioni mafiose al Nord e anche nel nostro territorio (come
il libro di Stefano Prandini, Mafie all’ombra del Torrazzo testimonia).
Rispondendo ai ragazzi don Ciotti ha raccontato quando è nato il gruppo
Abele, nell’emergenza del fenomeno della tossicodipendenza anni
Settanta, ancor prima che si diffondesse l’eroina. E ancor prima di
diventare un prete, don Luigi era conosciuto tra gli emarginati, quella
stessa folla arrivata dalla strada ad assistere la cerimonia della sua
ordinazione a sacerdote. Toccante il ricordo di Falcone. La svolta
segnata dalla nascita di Libra negli anni Novanta dopo la strage di
capaci avviene proprio dopo un incontro con il Magistrato due mesi prim
adell'attentato. Si era conosciuti e si erano promessi un caffè, un
caffè che purtroppo non c'è mai stato. Da qui l'impegno contro le mafie
e per la giustizia perché "la legalità è un mezzo – sottolinea don
Luigi -, un mezzo per raggiungere l’obiettivo della giustizia. La
legalità è la saldatura tra la nostra responsabilità e la giustizia.
Tutti oggi parlano di legalità, ma a noi non interessa la legalità
malleabile e sostenibile». È un fatto di civiltà e cultura. E
l’indicazione, la strada da seguire, per Ciotti è dettata da due libri
fondamentali, il Vangelo e la Costituzione italiana. La costituzione di
uno Stato che lui ama e ci invita ad amare e difendere. All’IIS
Torriani, dopo questo incontro, rimane il filo rosso con cui gli
studenti hanno segnalato foto e poster che raccontano l’impegno di
questi anni sul tema della legalità. Un filo rosso che è anche il
testimone che i ragazzi di quinta vogliono idealmente consegnare ai loro
compagni più giovani.
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