LA NOSTRA STORIA • Il misterioso Darius Caasy preannunciò la terza guerra mondiale. Gli credette solo il quotidiano di Cremona
ALESSANDRO ZONTINI
Gli
anni immediatamente successivi alla conclusione della seconda guerra
mondiale appaiono, oggi, anni di grande perplessità sociale, oltre che
caratterizzati dalla volontà di superare l’immane disastro da poco
terminato. Le potenze del “Patto tripartito” erano state sconfitte dagli
Alleati ed erano in corso i processi, a Norimberga e a Tokyo contro,
rispettivamente, i vertici della Germania nazista ed i signori della
guerra nipponici.
Le
esigenze della ricostruzione ed il desiderio di ancorarsi
definitivamente alla pace da poco riconquistata, erano predominanti.
Tuttavia erano pure imponenti le preoccupazioni per un futuro che
appariva potenzialmente ancora più tragico del passato appena concluso
e, soprattutto, non si era ancora bene in grado di valutare la fase
storica appena conclusa. Hiroshima e Nagasaki erano state distrutte,
nell’agosto 1945, con due “lampi” atomici ma, di quei lampi, non si
conoscevano ancora bene i tragici terribili effetti. Il campo di
sterminio di Auschwitz era stato da poco liberato ma Natalia Ginzburg
(l’autrice di “Lessico Famigliare”), nel 1946, rifiutava la
pubblicazione di “Se questo è un uomo” di Primo Levi, giudicandolo di
poco interesse. In Germania veniva dato alle stampe il volume:
“Ghestapo”, grido di accusa contro il defunto regime nazista, ma senza
indicazione dell’autore (che si qualificava solo come “il tedesco X”)
che non aveva voluto svelarsi al pubblico, temendo colpi di mano degli
elementi ancora fedeli a Hitler (frequenti, infatti, nel dopoguerra
erano gli attentati dei “lupi mannari”, la resistenza militare nazista
contro gli eserciti alleati che occupavano il territorio germanico). Per
gli Usa e per l’Europa occidentale, oltre a profilarsi all’orizzonte un
nuovo terribile nemico, l’Unione Sovietica ed i suoi alleati, non era
scontato che il nazismo fosse stato definitivamente sconfitto. Adolf
Hitler, o le sue spoglie, erano introvabili a Berlino; si aveva,
inoltre, notizia di sottomarini usciti dai porti danesi e norvegesi con a
bordo uomini di vertice del partito nazista, oro ed altre ricchezze ed
armi potentissime. Il timore per le wunderwaffen hitleriane (le
fantastiche armi da guerra che avrebbero dovuto ribaltare le sorti del
conflitto oramai perduto per la Germania), sia quelle realizzate (i
razzi V2, il raggio infrarosso, gli aerei a reazione, etc.) che quelle
rimaste allo stadio di progetto (Ufo volanti, bombe dal potere pari a
quelle esplose sul Giappone, soldati meccanici, etc.) in parte
incuriosivano, in parte preoccupavano l’opinione pubblica. Facendo leva
su tali timori iniziò a diffondersi una produzione letteraria in parte
curiosa, in parte ridicola, che preconizzava il ritorno di Hitler e
preannunciava grossi guai per il pianeta Terra. Uno dei capifila del
genere è l’immaginifico “La distruzione del Mondo? Hitler prepara...”
di Darius Caasy. Il libro potrebbe, forse, essere accostato ai –
talvolta molto belli – romanzi di fantascienza della nota collana di
fantascienza “Urania” da decenni in edicola ma, in realtà, a parte la
copertina molto suggestiva (uno sfondo color rosso intensissimo su cui
campeggia una grande svastica nera ed un volto, metà teschio e metà
Adolf Hitler) risulta essere un lavoro di scarso livello letterario.
Eppure attorno a tale pubblicazione, specie negli ultimi
venti/trent’anni si è scatenata una curiosità veramente incredibile.
Il libro è diventato (nonostante le sue accertate tre edizioni)
rarissimo e, ogni qualvolta ne compare una copia, su E-bay o su qualche
catalogo di qualche studio bibliografico) viene immediatamente
acquistato, indipendentemente dalle sue condizioni o dal suo prezzo.
Darius
Caasy ipotizza la fuga di Hitler e dei suoi seguaci dalla Germania di
fine guerra, la preparazione della riscossa e, quindi, i dettagliati
progetti per la (ri)conquista del Mondo. Città sotterranee nascoste in
Europa, bombe nucleari, laboratori segreti, Ufo, aerei supersonici,
razzi subacquei ed altre fantasticherie, a metà strada tra Giulio Verne
e Guerre Stellari, la fanno da padrone. E, fin qui, sembra la trama per
un bel film catastrofico-bellico. Il mistero inizia con il nome
dell’autore. Nulla, infatti, si conosce di Darius Caasy (che, in
realtà, più che un nome pare uno pseudonimo); costui si presenta come
“giornalista che si è fatto conoscere in Italia per alcuni suoi
articoli sensazionali pubblicati sui quotidiani, si è dedicato
particolarmente allo svolgimento di “servizi speciali” conducendo
inchieste internazionali tra le quali, ultimi in ordine di tempo, quella
sulla preparazione bellica russa e americana nelle regioni artiche in
previsione di un terzo conflitto mondiale”. Il libro, del 1948, tradotto
da Hojer (altro nome probabilmente inventato) è edito dalle Edizioni
Rores di Roma.
Tali
edizioni, che avevano come sede la casella postale n. 118 di Roma
centro (forse la stazione ferroviaria ma non è stato ben appurato),
sono del tutto sconosciute e, in 70 anni non è mai apparso un altro
libro edito sotto quel nome. Il volume rimanda per certi versi al
“Raggio della morte” (testo del 1942 di Mario La Stella, edito
dall’Istituto per l’Enciclopedia De Carlo) che teorizza la – ovviamente
imminente – creazione del c.d. raggio della morte ipotizzato (e pare
davvero studiato) da Guglielmo Marconi che avrebbe permesso all’Italia
di vincere la seconda guerra mondiale. Tuttavia, Mario La Stella è il
ben noto biografo di Guglielmo Marconi, ma, viceversa, di Darius Caasy
non si sa assolutamente nulla. Anzi, la “vulgata” vuole che neppure sia
mai esistito. E, allora, perché tanto mistero? Un libro inverosimile,
scritto da un giornalista fantasma, tradotto da un inesistente
traduttore, a cura di una fantomatica bizzarra (nel nome) casa
editoriale che aveva la sede in una casella postale! Una risposta non la
si riesce a fornire. E, inoltre, quali saranno stati i quotidiani ai
quali Darius Caasy avrebbe ceduto i “suoi articoli sen- sazionali”?
Per
decenni si sono setacciati gli archivi del “Corriere della Sera”, de
“L’Unità”, de “L’Avanti”, di quotidiani e rotocalchi, di pubblicazioni a
larga diffusione e di giornali poco più che amatoriali. Nulla: si
pensava ad uno scherzo assai ben congeniato.
Ma poiché Cremona offre sempre qualche curiosa sorpresa, ecco che spuntano fuori ben tre articoli del suddetto giornalista: “Darius Caasy dell’Ecomond ha inviato alla sua agenzia tre corrispondenze dell’Artico dove sta svolgendo una inchiesta giornalistica sui preparativi militari che Usa e Canadà stanno approntando all’estremo lembo settentrionale del continente americano, la parte dell’America più vicina alla Russia”. E’ la prima pagina del quotidiano “La Provincia” di Cremona del 22 novembre 1947; il titolo: “Armi e difese per il terzo conflitto mondiale” (altri due articoli appariranno – sempre in prima pagina su “La Provincia” – i successivi 23 e 25 novembre dello stesso anno).
Ma poiché Cremona offre sempre qualche curiosa sorpresa, ecco che spuntano fuori ben tre articoli del suddetto giornalista: “Darius Caasy dell’Ecomond ha inviato alla sua agenzia tre corrispondenze dell’Artico dove sta svolgendo una inchiesta giornalistica sui preparativi militari che Usa e Canadà stanno approntando all’estremo lembo settentrionale del continente americano, la parte dell’America più vicina alla Russia”. E’ la prima pagina del quotidiano “La Provincia” di Cremona del 22 novembre 1947; il titolo: “Armi e difese per il terzo conflitto mondiale” (altri due articoli appariranno – sempre in prima pagina su “La Provincia” – i successivi 23 e 25 novembre dello stesso anno).
Non
ci sono i razzi e gli Ufo nazisti (quelli appariranno nel sopra citato
volume del 1948) ma ci sono i bolidi atomici ed i mostri d’acciaio, sia
Usa che sovietici che stanno per affrontarsi nell’imminente terzo
conflitto bellico. Il timore trasuda dagli scritti. Chiosava, in fatti,
l’articolista fantasma:
“E
mentre la terra subirà potenti scosse come se ci fosse un grande
terremoto, il sole giacerà nero sull’orizzonte e le stelle cadranno dal
cielo ed ogni montagna ed ogni isola sarà mossa dal suo luogo, mentre
l’umanità sbigottita attenderà solo il miracolo di Dio”.
Per
fortuna la storia ha percorso un altro cammino. Restano i tre corsivi
giunti al quotidiano locale. Inutile sottolineare che dell’Ecomond non
ha mai sentito parlare nessuno, e neppure si è potuto capire se tale
agenzia sia mai esistita. Proprio come Darius Caasy!
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