Epidemie e pandemie che sconvolsero il mondo


I VIRUS NELLA STORIA RECENTE • Dalla peste raccontata da Boccaccio e Manzoni alla terribile Spagnola, poi Aids e Sars

VANNI RAINERI
Ovviamente vi sono diverse terribili malattie che di quando in quando fanno capolino nella storia mietendo morti: il vaiolo (debellato solo nel 1977: fece mezzo miliardo di morti solo nel Novecento), il tifo, la sifilide, la malaria, il morbillo, la tubercolosi, il colera, ebola. Oggi la diffusione delle malattie avviene molto più rapidamente a causa del livello di comunicazione, scambi commerciali, collegamenti intercontinentali, ma proprio questi scambi consentono una risposta immediata, che in passato spesso non arrivava per scarsa conoscenza scientifica ma anche per la presenza di regimi assolutistici che negavano le malattie e i rapporti tra nazioni molto conflittuali. Quel che è cresciuto oggigiorno purtroppo è anche il panico, per la cui diffusione il ruolo dei social media è fondamentale. Vediamo un elenco di malattie comparse improvvisamente che hanno contrassegnato la nostra storia a partire dal Trecento.

LA MORTE NERA Ovviamente di pestilenze è piena la storia antica, fatto sta che a metà del Trecento si scatenò questa pandemia, probabilmente importata dalla Cina. In questo caso Milano (grazie alle restrizioni imposte dai Visconti) fu meno colpita rispetto al resto d’Europa, dove la malattia si rivelò un flagello, uccidendo circa 20 milioni di persone, un terzo degli abitanti dell’Europa di allora. Boccaccio nel suo Decameron racconta episodi di questa peste, di cui era contemporaneo. I colpevoli additati di allora furono gli ebrei, la “colpa” era invece delle pulci che si spostarono dai ratti all'uomo Alla peste nera ne seguirono diverse altre. In particolare fino al 1480 l’Europa ne fu colpita a intervalli di pochi anni. La sola Parigi perse un milione di abitanti nel 1466.

LA PESTE DI SAN CARLO E’ quella che scoppiò nel Milanese nel 1576, quando arcivescovo era San Carlo Borromeo: quell’anno Milano ottenne l’estensione del giubileo romano, che portò in città tanti fedeli contribuendo al diffondersi della malattia.

LA PESTE DEL SEICENTO E’ quella raccontata mirabilmente da Alessandro Manzoni (che visse due secoli dopo) ne “I promessi sposi”. L’arrivo nel 1629 dei lanzichenecchi a Mantova e quello successivo delle truppe tedesche dirette nel capoluogo virgiliano diffuse la peste. Il territorio di Lecco e Bergamo, ovvero i luoghi del romanzo, furono i primi colpiti dall’epidemia. Invano le autorità sanitarie chiesero alle istituzioni milanesi di creare una sorta di cordone sanitario attorno a quella che già allora era la città più popolosa della Lombardia. La negligenza delle autorità fu ben raccontata da Manzoni: importava la guerra, e se c’era da festeggiare la nascita del primogenito del re di Spagna (novembre 1629) non veniva presa alcuna misura contro l’affollamento, che anzi era stimolato, e che indubbiamente favorì l’espansione del contagio. Solo una decina di giorni più tardi fu ordinato il cordone sanitario, quando ormai era troppo tardi. Anche a quel tempo si cercò affannosamente il paziente zero, il nome della persona che per prima portò a Milano la peste. Si trovò concordia attorno a tal Lovato o Locati, un soldato entrato in Milano con un fagotto di vestiti comprati dai tedeschi. Nell’inverno tra il 1629 e il 1630 la peste non fece molte vittime, e queste furono attribuite per lo più ad altre malattie. Si accusarono gli uomini di Medicina di fomentare l’allarme senza motivo, e le autorità si mossero troppo lentamente, e nella primavera del 1630 la situazione si fece drammatica, peggiorata poi dal caldo. Il basso livello culturale scatenò la caccia all’untore, nella convinzione che ci fossero persone che volontariamente spargevano unguenti per diffondere il male. Manzoni cita due esempi: un vecchio intento a spolverare la panca in chiesa fu accusato di essere un untore, e linciato, mentre tre francesi la scamparono dopo essere stati accusati di spargere il malefico unguento sul muro esterno della chiesa. Dopo qualche reticenza, il cardinal Borromeo (cugino di Carlo) acconsentì alla processione dell’11 giugno con l’esposizione del corpo venerato di San Carlo: la gran folla accelerò il contagio, ma per la gente la colpa era ovviamente degli untori che avevano approfittato della ressa. L’estate fu terribile: a Milano i cadaveri erano ovunque, morivano fino a 1500 persone al giorno. La situazione migliorò nell’inverno successivo. Solo a Milano i morti furono circa 150mila.

LA SPAGNOLA Le pestilenze dopo di allora risparmiarono l’Europa (eccezioni furono Londra che perse un quinto della popolazione nel 1665 e Marsiglia che ne perse la metà nel 1720), in compenso martoriarono altri continenti. La spagnola fu un’influenza molto violenta che nel mondo provocò decine di milioni di morti al termine della prima guerra mondiale (dal 1918 al 1920). Aveva un elevato tasso di mortalità, e colpiva soprattutto giovani adulti sani. Non arrivava dalla Spagna, fu chiamata così perché la Spagna era l’unico paese non soggetto alla censura di guerra e là si poteva parlarne. Inizialmente il virus non fu molto letale, ma lo divenne mutando, trasformandosi in quella che per tanti, è stata la più terribile epidemia della storia umana: se la prima ondata del virus colpì soprattutto i soggetti anziani e già malati, la seconda si diffuse tra i soggetti più giovani e sani. In Italia contagiò 4,5 milioni di persone (il 12% degli abitanti) causando circa mezzo milione di morti.

HIV/AIDS Dalla Cina si scatenò nel 1957 l’influenza asiatica, seguita nel 1968 da quella di Hong Kong: entrambe fecero decine di migliaia di vittime anche negli Usa, ma in Europa l’impatto fu meno pesante. Altro discorso per l’Aids, che si calcola abbia ucciso sinora 25 milioni di persone. Ricordiamo tutti la psicosi iniziata nel 1981, dovuta anche al legame della malattia con fattori comportamentali. Ancora oggi non esiste un vaccino, ma è stata realizzata una terapia a base di farmaci che, pur non eliminando il virus, ne blocca il decorso renden- dolo raramente letale.

SARS Anche questa è comparsa per la prima volta in Cina, a fine 2002, quando l’Oms lanciò per la prima volta un allarme mondiale. In Italia i casi furono pochissimi, l’isolamento funzionò e nessun contagiato si ammalò, tranne il medico Carlo Urbani, il primo a identificarla, che ne fu vittima. A livello mondiale il tasso di letalità fu elevato, ma morirono solo 774 persone. L’Europa fu risparmiata dalla malattia ma non dal panico. Il vaccino non fu mai prodotto, anche perché la malattia si esaurì.

INFLUENZA SUINA Tecnicamente A H1N1, è così chiamata perché trasmessa all’uomo dai suini. Originatasi nel 2009 in Messico, ha fatto circa 3mila morti, un centinaio dei quali in Europa.

MERS Come la Sars, e come sarà per Covid-19, si tratta di un coronavirus, rilevato per la prima volta nei Paesi Arabi nel 2012. Finora ha provocato circa 800 morti. Non esiste un trattamento specifico, ma l’isolamento dei pazienti ha consentito di limitarne la diffusione.

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