Don Alberto Franzini: l’eredità nei quaderni

CORONAVIRUS • La sua morte ha scosso le comunità di Cremona, Casalmaggiore e Bozzolo

Vanni Raineri

La scomparsa di don Alberto Franzini ha suscitato un vasto cordoglio nelle comunità di Bozzolo, Casalmaggiore e Cremona, oltre che su tutto il territorio e in Vaticano, dove, tra i vari incarichi prestigiosi, qualche anno fa tenne anche una relazione in Sala Nervi.
Dal 2014 don Alberto era il parroco della Cattedrale di Cremona, in precedenza, dal 1997, ha guidato la parrocchia del Duomo di Santo Stefano a Casalmaggiore. Bozzolo è il luogo in cui è nato, e dove fu chierichetto di don Primo Mazzolari (per il quale è aperta la causa di beatificazione), in tale veste assistendo anche ai suoi funerali. Vi è stato sepolto lunedì (il giorno prima del suo 73° compleanno) al cimitero dopo una breve funzione cui erano presenti il parroco di Bozzolo don Luigi Pisani (suo compagno di studi) con gli altri sacerdoti don Nicola Premoli e don Bruno Grassi, il suo vicario casalese don Davide Barili e il sindaco Giuseppe Torchio. Proprio sulla figura di don Mazzolari è dedicato l’ultimo dei tanti libri che ci ha lasciato in eredità. A Cremona era già stato come parroco di Sant’Imerio, ed aveva diretto, prima di don Vincenzo Rini (come lui stroncato dal Coronavirus), il settimanale La Vita Cattolica.
Ho conosciuto don Alberto nei miei primi anni di cronista casalasco, potendone apprezzare non solo la grande fede, ma anche la vasta cultura e l’estremo interesse verso gli eventi di attualità, mondiali e locali. E poi per vent’anni l’ho frequentato nel Rotary Club Casalmaggiore Oglio Po, dove alla vigilia di ogni Pasqua e Natale lui, socio onorario, ci ha regalato osservazioni profonde che davano origine a vive riflessioni. Don Franzini succedette a Casalmaggiore a don Paolo Antonini (dal ’78 al ’97 in Santo Stefano) e ha preceduto don Claudio Rubagotti: tre personalità tanto diverse e così efficaci nell’affrontare la loro missione.
Don Alberto non era sacerdote capace di suscitare immediato gradimento al di fuori del mondo cattolico, come capita invece ai “preti di carità”, vicini agli ultimi, esponenti vicini al volontariato laico che strappano consensi anche in quella parte della società che non frequenta abitualmente la chiesa. Di quelli come don Alberto si dice che sono studiosi, teologi, ma pensarlo immerso nei libri e senza contatti col mondo reale è assolutamente fuori luogo. Ci lascia tante riflessioni sempre attuali grazie ai suoi quaderni, e in chi l’ha conosciuto anche l’immagine di una persona dotata di ironia, e disponibile a mettersi in gioco. Lo conferma anche il pensiero, che qui sotto pubblichiamo, del regista e attore teatrale Jim Graziano Maglia, che l’ha diretto nelle vesti di attore (il suo ruolo era quello di Sant’Ambrogio) in “Io, Agostino, soprattutto cristiano”. Maglia che, come leggiamo nell’altro articolo a sinistra, ha perso il padre Omobono giovedì mattina: anche per questo, esprimendogli le condoglianze della nostra redazione, lo ringraziamo del contributo.




IL ricordo

jim graziano maglia: «impeccabile la sua interpretazione di s. ambrogio»
Riportiamo la lettera che, all’indomani della morte di don Alberto Franzini, Jim Graziano Maglia ha indirizzato a don Davide Barili, già vicario di Don Alberto per oltre 10 anni a Casalmaggiore.

Che giornata, quante emozioni e ricordi! Non smetterò mai di ringraziare il Signore per averci donato uno straordinario sacerdote e uomo quanto lo fu il compianto Don Alberto. E la tua presenza accanto a lui per oltre 10 anni fu altrettanto preziosa. Un binomio perfetto e di riferimento non solo locali, nella vita spirituale come quella del quotidiano, per tantissimi, tra i quali lo scrivente. Per non parlare (tra i tantissimi ricordi) del “mio” progetto drammaturgico agostiniano e della sua impeccabile interpretazione come S. Ambrogio. Ma soprattutto quello di dire subito di sì alla richiesta di far parte del “cast”. Questo la dice lunga su quella che fu una sua proverbiale sensibilità e versatilità culturale già di per sé profonda e altamente pregevole, che unita a quella teologica lo fecero assurgere a vero faro di speranza, di aiuto e di insegnamento sia nel territorio casalasco che in tante altre parti d'Italia. Tra i vari ricordi conservo in me quello di quando fu “rivestito” della carica di canonico in Cattedrale a Cremona. Quel mattino fui tra i presenti alla cerimonia insieme alla Carla, la mitica signora tuttofare del Duomo di Casalmaggiore e altri amici casalesi. L’emozione mista a gioia fu tantissima. E riserbo tanti altri ricordi più personali e “confessionali” che ho chiuso e terrò per sempre nel mio cuore. Ma poi c'e il Don Alberto scrittore, autore della collana “I quaderni”. Memorabili. E quello delle sue omelie, vere “scosse energetiche” per l'assemblea lì radunata. E i concerti da lui voluti in San Francesco a Casalmaggiore o i lunedì culturali presso il Santuario della Fontana sempre a Casalmaggiore. Ma ci sono anche i tanti altri momenti meno formali ed “istituzionali” e altri ancora teatrali, come “Factum est, Nativitas” eccetera. Ricordi schietti e sinceri nel nome dell'amicizia più pura. Come quello del suo ingresso al Rotary Club Casalmaggiore Oglio Po in qualità di socio onorario, in cui ebbi il privilegio di “presentarlo” (come da prassi) a tutti i convenuti quella sera di anni fa in una nota e locale sede conviviale. E così tante altre suggestive e numerose “foto” che mai ingialliranno... Grazie Don Alberto. Grazie Don Davide poiché attraverso te e pochi altri al Cimitero di Bozzolo, sindaco Torchio compreso oltre all'officiante Don Pisani, abbiamo potuto recargli il nostro e personale estremo saluto, che è quello che in questi tempi balordi e altamente conflittuali ci è “permesso'' di fare, ahimé, e non quello di potere piangerlo ''de visu'', ma come pure a pensarlo ora e per sempre nella Sua Eterna Luce.

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