La lettura non si ferma e arriva a domicilio


Causa coronavirus, le librerie sono chiuse, ma consegnano i volumi direttamente casa, come conferma Mariasole Pozzi

FABIO VARESI
Con la maggior parte degli italiani costretti in quarantena, la lettura dei libri diventa per molti un’imprescindibile antidoto contro la noia. Non sempre, però, può far piacere sfogliare di nuovo volumi già presenti nella nostra libreria e più volte letti. Ma uscire di casa per recarsi ad acquistare un nuovo libro, non è possibile, in quanto anche le librerie sono chiuse, dopo il decreto del governo. Su questa chiusura ci sono state delle polemiche, ma alla fine anche la cultura ha dovuto cedere all’emergenza. Non tutto è perduto, però, visto che le librerie fanno consegne a domicilio, quindi basta contattarle e scegliere il volume preferito. Ce lo conferma Mariasole Pozzi, titolare di “Timpetill - libreria per ragazzi”, che si trova a Cremona in via Mercatello 50: «Da settimane consegniamo direttamente a casa i libri acquistati. In città lo facciamo noi, mentre in provincia e anche più lontano (come è accaduto a un cliente di Brescia), ci affidiamo al corriere. Visto che vendiamo soprattutto libri per ragazzi, utilizziamo il telefono per consigliare i genitori, che in alcuni casi ci passano i loro fogli, con i quali cerchiamo di dialogare per capire le loro preferenze. In questo modo, continuiamo a lavorare, anche se il fatturato è crollato e siamo molto preoccupati per il futuro».
Che cosa scelgono soprattutto i ragazzi?
«Libri d’avventura e divertenti, perché in questi momenti difficili, si vuole sorridere. Ma chiedono anche giochi didattici e di società, che permettono di riunire le famiglie».
Giusto chiudere le librerie?
«Sì, perché viste le restrizioni, sarebbero venute pochissime persone, aumentando i rischi per noi titolari. Il problema è che abbiamo costi fissi, legati al pagamento dei libri in magazzino e non abbiamo la certezza di riprendere l’attività come un paio di mesi fa».
Una curiosità: perché la sua libreria si chiama Timpetill?
«Un nome scelto perché compare in un romanzo scritto da Henry Winterfeld e pubblicato nel 1937, che parla di una città senza genitori, naturalmente frutto della fantasia».
Per concludere, un appello ai nostri lettori?
«Leggete, non solo adesso che siamo in quarantena, ma sempre e mi rivolgo soprattutto ai giovani»:

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