Le due ruote piangono l’ex presidente Ceruti

CICLISMO • Si è spento a Crema all’età di 67 anni. Dal 1997 al 2004 ha vissuto gioie e dolori con il grande Pantani

FORTUNATO CHIODO
Il cuore dentro di noi s’ è spezzato, per via del coronavirus, nemico invisibile che ha interrotto completamente l’attività delle due ruote. Ma le corse ferme sono poca cosa, di fronte alle tantissime vittime che il nostro Paese continua a piangere. Tra queste, l’ex presidente della Fci, Gian Carlo Ceruti, cremasco di Pianengo, che dopo una lunga esperienza sindacale, è diventato il numero uno del ciclismo italiano per otto anni, dal 1997 al 2005. Durante la sua presidenza ha vissuto momenti esaltanti come la doppietta Giro-Tour di Pantani nel 1998 e i successi olimpici di Paola Pezzo, Antonella Bellutti e Paolo Bettini, ma anche drammatici come lo stop dello stesso Pantani al Giro del ’99 e la tragica morte del Pirata del 2004. Da giorni ricoverato all’ospedale di Crema, Ceruti sembrava in ripresa, invece la sua situazione si è rapidamente aggravata, fino a portarlo alla morte a soli 67 anni. Dalla nostra redazione le più sentite condoglianze ai familiari.
Una pandemia che oltre alle vite di tutti, ha ovviamente stravolto lo sport mondiale. Nel ciclismo sono state cancellate tante classiche Monumento di primavera, come la Milano-Sanremo, in programma il 21 marzo, con Capo Mele, Cervo, Berta e Poggio di Sanremo. Ma non ha rispettato neppure tutte le classiche del World Tour del Belgio: Brugge-De Panne, di avvicinamento al Girodella Fiandre (in programma domenica 5 aprile), che tra Muri, pavè e un entusiasmo debordante, per molti rappresenta l’essenza più autentica delle classiche di un giorno, salendo sul Muro di Grammont, simbolo del Fiandre. L’Italia lo ha vinto 11 volte, 3 con il grande Fiorenzo Magni (1949, 1950 e 1951). Ma non ci stanchiamo di ripeterlo, la salute è più importante di tutto. Gli attori principali del sistema ciclismo (Uci, organizzatori, squadre e atleti) si sono dati appuntamento a mercoledì scorso per discutere scenari e prospettive in vista della definizione di un nuovo calendario. Ebbene, l’Unione Ciclistica Internazionale ha prorogato il blocco di tutte le attività fino al 1º giugno, per cui è stato rinviato il Giro del Delfinato, mentre per ora resta in programma dal 7 giugno il Giro di Svizzera. Si vocifera di uno spostamento del Giro d’Italia a inizio ottobre, dopo la disputa dei Mondiali (20-27 settembre). Ma per ora si tratta solo di ipotesi. La Francia, invece, non si è arresa. Il Tour, in programma dal 27 giugno al 19 luglio, al momento è ancora confermato. La Grande Boucle risulterebbe, visto lo spostamento delle Olimpiadi di To-kyo al 2021, ovviamente la manifestazione sportiva più importante di quest’anno. In questi giorni stanno crescendo le possibilità che il grande giro transalpino si disputi a porte chiuse, modello già adottato qualche settimana fa per la Parigi-Nizza. A confermarlo è il ministro dello Sport, Roxana Maracineanu, che ha parlato a FranceBleu: «Ci sono discussioni in corso con Aso e che è ancora troppo presto per pronunciarsi. Il modello economico del Tour non si basa sulla vendita di biglietti, ma sui diritti tv. E in questo periodo di confinamento, tutti sono coscienziosi e responsabili. Tutti hanno capito i benefici nel restare a casa, quindi privilegiando piuttosto lo spettacolo televisivo che quello dal vivo. In fin dei conti, non sarebbe così disastroso visto che potremmo seguire la corsa dalla televisione». Convinta lei...

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