Porta la figlia dal padre separato: 533 euro

La multa dalla polizia stradale al casello autostradale di Cremona

Parlando di multe contestate, c’è un caso cremonese ancora non uscito alle luci dei riflettori, e riguarda una donna multata alcuni giorni fa. La donna, sposata e separata da un uomo di Cremona, vive oggi con la propria figlia in una località distante un centinaio di chilometri dalla nostra città. Da là non si è mai spostata durante l’emergenza Coronavirus, così come non lo ha fatto il marito, che quindi non vede sua figlia da un paio di mesi. Ma il diritto permane anche ai tempi dell’emergenza. Lo ha stabilito tra l’altro nei giorni scorsi il tribunale per i minorenni di Roma: i giudici romani hanno ritenuto che il diritto alla bigenitorialità del minore sia prevalente su quello alla salute invocato dalla madre, che negava le visite al papà del bambino. Secondo la sentenza, le restrizioni dovute al Coronavirus non inficiano tale diritto, che rimane sacrosanto.
E’ così che l’uomo cremonese ha fatto presente alla moglie più volte l’esigenza di vedere la figlia, minacciando anche azioni legali. Ed è così che la donna, consigliata dal suo avvocato, decide di salire in auto per raggiungere Cremona e portare la figlia da suo padre. Già alla partenza la donna viene fermata dai Carabinieri, che parlano al telefono con l’avvocato il quale chiarisce i motivi dello spostamento, e consentono il transito. All’uscita del casello autostradale di Cremona, l’auto viene fermata da una squadra della polizia stradale, che chiede alla donna i motivi del suo spostamento. La donna ripete la situazione, ma non basta per gli agenti, e non basterà nemmeno dopo aver parlato al telefono con l’avvocato, che è Walter Ventura. Non c’è verso: alla donna viene comminata una sanzione di 533,33 euro per aver violato le prescrizioni atte al contenimento del rischio epidemiologico lasciando il proprio domicilio senza giustificato motivo, considerando non giustificato il motivo di portare la figlia dal padre. L’importo è ridotto a 373,34 euro se il pagamento avviene entro 30 giorni (sarebbero 5, ma in tempo di emergenza il termine slitta). Ma la donna non ha intenzione di pagare, tanto che l’avvocato ha già preannunciato che farà ricorso contro la sanzione.
Fortunatamente, non è più in vigore il decreto che punisce ai sensi dell’art. 650 del codice penale: la denuncia è solo amministrativa, il fatto non è più previsto dalla legge come reato, ma la multa resta salata.
Si può discutere sul fatto che potesse essere il padre a raggiungere la figlia al domicilio della madre, evitandole il viaggio ma è sul diritto che potesse essere la madre a portare la figlia al padre che si dovrà discutere.

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