Salta anche il lungo ponte del 1° maggio

CORONAVIRUS • Da Giuseppe Conte duro attacco a Salvini e Meloni. Continuano a diminuire i ricoveri in terapia intensiva

Vanni Raineri
Giornata di lunghissima attesa ieri per la conferenza stampa che il premier Giuseppe Conte aveva annunciato per le 14, poi spostato alle 17, poi rinviato ancora alle 19,30. Davanti ai microfoni, ha confermato quanto si attendeva, vale a dire la proroga delle misure restrittive fino al 3 maggio. Dopo il ponte di Pasqua, salta dunque anche il lungo, atteso ponte del 1° maggio, che quest’anno cade di venerdì. Ovviamente il governo ha pensato di evitare che in quella data si scatenasse la fuga degli italiani verso le località di vacanza, e quindi ancora tutti a casa almeno fino a lunedì 4 maggio.
Conte, dopo aver ammonito gli italiani e rimanere a casa per Pasqua, ha anche annunciato alcune riaperture: librerie, cartolerie, negozi di abbigliamento per bambini.
Dopo aver detto che l’Italia accetterà di discutere su un Mes non condizionato («Ma non abbiamo firmato alcun impegno»), il premier è stato poi protagonista di un attacco all’opposizione quale raramente è capitato di assistere durante una conferenza stampa di un premier. Facendo apertamente i nomi di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ha detto: «Da loro falsità. Il Mes non è stato istituito da ieri, come falsamente dicono Salvini e Meloni. C’era dal 2012. Questo governo non lavora con le tenebre», escludendo poi l’eventualità di una patrimoniale alle porte.
Il grande ritardo con cui si è presentato davanti ai giornalisti fa pensare a sensibili divergenze tra i leader dei partiti di governo, coi quali si è incontrato prima di prendere la parola pubblicamente.
Ma veniamo ai risultati comunicati ieri sera alle 18 con la consueta puntualità (loro sì) dalla Protezione Civile. Il quadro generale conferma il rallentamento della crescita dei contagi, anche se qualcuno sperava che la tendenza fosse più marcata. Almeno i segni + riguardano soprattutto il numero dei guariti.
Al di fuori della tabella, ci sono dati importanti, soprattutto sul numero dei pazienti in terapia intensiva, che continua a calare: giovedì erano 3605, ieri 3497, ben 108 in meno.
Un altro dato importante è relativo al numero di tamponi eseguiti, che cresce sensibilmente ogni giorno: ciò significa che il minor numero di contagiati deriva da una percentuale sempre più bassa di tamponi positivi. Solo ieri sono stati esaminati 53495 tamponi, nunmero più alto di sempre in un solo giorno, dei quali 9396 in Lombardia. Calano, da 610 a 570, i decessi.
Entrando nelle singole province lombarde, il numero di contagi a Cremona sale di 73 unità (+1,63%), in una settimana di 465, con un aumento in 7 giorni dell’11,35%, cifre ben lontane rispetto a quelle delle settimane precedenti.
Respira anche la provincia di Bergamo, e rallenta la crescita di casi a Milano. Gli incrementi più evidenti di casi riguardano Varese e Como, ma lì si partiva da cifre molto più basse.
Diamo infine il consueto sguardo all’estero, ma per valutare correttamente i dati (quelli giornalieri non arrivano alla stessa ora) facciamo il confronto settimanale, da venerdì 3 a venerdì 10. Entra nella triste classifica la Russia, che triplica i casi in 7 giorni. Per il resto, l’unico paese ad aumentare i propri casi oltre il doppio è il Regno Unito (dove Boris Johnson è uscito dalla terapia intensiva). Per l’Italia una crescita lieve (23,16%), mentre la Spagna sale al primo posto e la Francia, con un +98%, arriva ai livelli della Germania. Crescite preoccupanti anche per il Belgio, la solita Irlanda, il Portogallo, la Danimarca e la Svezia, dove il mantenimento di una strategia del “tutto aperto” non sembra aver dato grandi risultati.

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