Sposta il quadro, metti i libri Le case dei vip vanno in tv

CORONAVIRUS • Obbligati a collegarsi dalla propria abitazione, svelano gustosi retroscena

Enrico Galletti - Vanni Raineri

Arredo vintage, quadri d’autore (a volte storti), salotti, cucine, fornelli a gas ancora da scrostare. E poi, immancabili: i libri. Siano benedetti, dagli amanti del gossip (mica da noi!), i collegamenti Skype, che è vero che saltano neanche fossero dirette con il Polo Nord, ma in questo periodo di quarantena ci fanno entrare, in punta di piedi, nelle case di politici, opinionisti, vip e celebrità. Non servono tour: gli sfondi dei mezzibusti dicono già tutto.
Dicevamo, i libri. Si va da William Blake all’ultimo di Topolino. Sono lo sfondo ideale di gran parte di coloro che si collegano da casa, che siano intellettuali o virologi, ma anche sportivi e gente dello spettacolo. Dai, diciamocelo: tra la libreria e una parete bianca, meglio la prima. E poi i libri, anche quelli mai sfogliati, danno un tocco di aristocrazia, impreziosiscono, oltre a spersonalizzare la casa, impedendo di inquadrare oggetti troppo personali (qualcuno aveva in primo piano i figli minorenni ad esempio: grande svista). Inoltre dei libri difficilmente il telespettatore è in grado di distinguere i titoli, quindi si va sul sicuro. Non è andata proprio così però per un grande intellettuale, che probabilmente non se ne è reso conto, ma alle spalle in una libreria gigantesca aveva solo gialli. Quando uno si aspetta le ultime tre riedizioni dell’Enciclopedia Treccani e si trova Agatha Christie…
Ci sono poi giornalisti e scrittori che non rinunciano a un tocco di vanità, come un cremasco, firma del Corriere della Sera, che dietro di sé in collegamento non aveva saggi, ma quadri che contenevano copertine, sì, ma di suoi libri. In poche parole: gigantografie di se stesso. Curiosa poi la scelta dell’ex presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani: dietro di lui uno specchio che inquadra parte della casa (quella che altrimenti non sarebbe visibile) e due quadretti raffiguranti vecchi papi. E che dire di un noto ribelle, uno di quelli che per i suoi toni da stadio finisce sempre nelle fila dei Nuovi Mostri, che in collegamento tv era spalleggiato da una gigante Sacra Famiglia d’oro. Tutta quella purezza, quel candore, scontrarsi con certe urla…
Non è indicativa, ma almeno fa sorridere la scelta strategica di alcuni esponenti istituzionali. Il sindaco di Milano Beppe Sala e quello di Brescia Emilio Del Bono, entrambi Pd, avevano dietro la scrivania le bandiere giganti dell’Unione Europea, dell’Italia e della loro città. Uno, due, tre. Grande assente, però, la quarta: la bandiera lombarda, la cui giunta è notoriamente di centrodestra. Rosa Camuna che, neanche a dirlo, appare invece in grande evidenza (tavolta addirittura sulle felpe…) alle spalle di esponenti regionali del centrodestra.
Per Luciana Littizzetto un grande poster con la cartina geografica mondiale (nostalgia dei viaggi?), per Enrico Brignano una squallida credenza rustica e un diffusore per l’ambiente con tre bastoncini, per Nicola Zingaretti due vasi dimensioni-mausoleo in salotto. Senza contare le marche che, volente o nolente, appaiono in chiaro: dal logo sui computer a bottiglie, lattine e macchine del caffè griffate. Gianfranco Battisti, direttore generale delle Ferrovie dello Stato, va ospite a Porta a Porta con dei trenini sulla scrivania (almeno quelli, pare, in orario). Qualcuno ha la pipa appoggiata sulla mensola, altri hanno appeso ferri di cavallo e talismani al muro. Dimmi che sfondo hai e ti dirò chi sei. Ma occhio ai magneti sul frigo: ok che hai visto tanti posti, ma se la cucina è bianco-futuristica e il fornello è a induzione, tutti quei pezzi di gesso colorati appiccicati al frigo sono un pugno nell’occhio, specie se in un momento di orgoglio nazionale predominano Tour Eiffel, Partenone e Camp Nou. Una caduta di stile, se casa tua è diventata un set tv.

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